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I° SAMUELE

 

1 1 C'era un uomo di Ramathaim-Tsofim, della regione montuosa di Efraim, che si chiamava Elkanah, figlio di Jeroham, figlio di Elihu, figlio di Tohu figlio di Tsuf, Efraimita.

1 2 Aveva due mogli: una si chiamava Anna, l'altra Peninna. Peninna aveva figli mentre Anna non ne aveva.

1 3 Ogni anno quest'uomo saliva dalla sua città per adorare ed offrire sacrifici all'Eterno degli eserciti a Sciloh, dove erano i due figli di Eli, Hofni e Finehas, sacerdoti dell'Eterno.

1 4 Quando per Elkanah veniva il giorno di offrire il sacrificio, egli soleva dare a sua moglie Peninna e a tutti i suoi figli e figlie le loro parti;

1 5 ma ad Anna dava una parte doppia, perché amava Anna, benché l'Eterno avesse chiuso il suo grembo.

1 6 Or la sua rivale la molestava continuamente per farla irritare, perché l'Eterno aveva chiuso il suo grembo.

1 7 Così succedeva ogni anno; tutte le volte che Anna saliva alla casa dell'Eterno, Peninna la molestava; per cui ella piangeva e non prendeva più cibo.

1 8 Allora suo marito Elkanah le disse: «Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Non sono io per te meglio di dieci figli?».

1 9 Dopo che ebbero mangiato e bevuto a Sciloh, Anna si levò. Or il sacerdote Eli stava seduto sul sedile all'entrata del tabernacolo dell'Eterno.

1 10 Nell'amarezza della sua anima pregava l'Eterno piangendo dirottamente.

1 11 Poi fece un voto, dicendo: «O Eterno degli eserciti, se veramente riguardi all'afflizione della tua serva, ti ricordi di me e non dimentichi la tua serva, ma vuoi dare alla tua serva un figlio maschio, io lo darò all'Eterno per tutti i giorni della sua vita, e il rasoio non passerà sulla sua testa»

1 12 Mentre essa prolungava la sua preghiera davanti all'Eterno, Eli stava osservando la sua bocca.

1 13 Anna parlava in cuor suo, soltanto le sue labbra si muovevano, ma la sua voce non si udiva; per questo Eli pensava che fosse ubriaca.

1 14 Così Eli le disse: «Fino a quando sarai ubriaca? Smaltisci il tuo vino!».

1 15 Ma Anna rispose e disse: «No signor mio, io sono una donna afflitta nello spirito e non ho bevuto né vino né bevanda inebriante, ma stavo effondendo la mia anima davanti all'Eterno.

1 16 Non considerare la tua serva una donna perversa, perché è l'accesso del mio dolore e della mia afflizione che mi ha fatto parlare finora»

1 17 Allora Eli le rispose: «Va' in pace, e il DIO d'Israele ti conceda ciò che gli hai richiesto».

1 18 Ella rispose: «Possa la tua serva trovare grazia ai tuoi occhi». Così la donna se ne andò per la sua via, prese cibo e il suo aspetto non fu più triste.

1 19 Essi si alzarono al mattino presto e si prostrarono davanti all'Eterno; poi partirono e ritornarono a casa loro a Ramah. Elkanah conobbe Anna, sua moglie, e l'Eterno si ricordò di lei.

1 20 A suo tempo, Anna concepì e partorì un figlio, a cui pose nome Samuele, dicendo: «Perché l'ho chiesto all'Eterno».

1 21 Allora il marito Elkanah salì con tutta la sua famiglia per offrire all'Eterno il sacrificio annuale e per adempiere il suo voto.

1 22 Ma Anna non salì perché disse a suo marito: «Io non salirò finché il bambino non sia divezzato; allora lo condurrò, perché sia presentato davanti all'Eterno e vi rimanga per sempre».

1 23 Suo marito Elkanah le rispose: «Fa' come meglio ti sembra; rimani finché tu l'abbia divezzato, purché l'Eterno adempia la sua parola!». Così la donna rimase a casa e allattò suo figlio finché non l'ebbe divezzato.

1 24 Dopo averlo divezzato, lo condusse con sé, assieme a tre torelli, un'efa di farina e un otre di vino; e lo condusse nella casa dell'Eterno a Sciloh. Il fanciullo era ancora giovane.

1 25 Quindi loro immolarono un torello e condussero il fanciullo ad Eli.

1 26 Anna gli disse: «Signor mio! Com'è vero che vive l'anima tua, o mio signore, io sono quella donna che stava qui vicino a te a pregare l'Eterno.

1 27 Ho pregato per avere questo fanciullo, e l'Eterno mi ha concesso ciò che gli ho chiesto.

1 28 Perciò a mia volta lo dono all'Eterno; finché egli vive sarà ceduto all'Eterno». E là si prostrarono davanti all'Eterno.

2 1 Allora Anna pregò e disse: «Il mio cuore esulta nell'Eterno, la mia forza è innalzata nell'Eterno; la mia bocca si dilata contro i miei nemici, perché mi rallegro della tua salvezza.

2 2 Non c'è alcuno santo come l'Eterno perché non c'è alcun altro all'infuori di te, né c'è alcuna rocca come il nostro DIO.

2 3 Non continuate a parlare con tanto orgoglio; non escano parole arroganti dalla vostra bocca, perché l'Eterno è un Dio di conoscenza, e da lui sono pesate le azioni.

2 4 Gli archi dei potenti sono spezzati, mentre i deboli sono cinti di forza.

2 5 Quelli che erano sazi vanno a giornata per un po' di pane, mentre quelli che erano affamati non soffrono più fame. Persino la sterile ha partorito sette volte, mentre quella che ha molti figli si è indebolita.

2 6 L'Eterno fa morire e fa vivere; fa scendere nello Sceol e ne fa risalire.

2 7 L'Eterno fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa ma anche innalza.

2 8 Egli solleva il misero dalla polvere e tira fuori il povero dal letame, per farli sedere con i principi e far loro ereditare un trono di gloria; poiché le colonne della terra appartengono all'Eterno, e su di esse egli ha poggiato il mondo.

2 9 Egli veglia sui passi dei suoi santi, ma gli empi periranno nelle tenebre, perché l'uomo non prevarrà per la forza.

2 10 Gli avversari dell'Eterno saranno frantumati; egli tuonerà dal cielo contro di essi. L'Eterno giudicherà i popoli fino alle estremità della terra darà forza al suo re e innalzerà la potenza del suo unto».

2 11 Poi Elkanah ritornò a casa sua a Ramah e il fanciullo rimase a servire l'Eterno alla presenza del sacerdote Eli.

2 12 Or i figli di Eli erano uomini perversi; non conoscevano l'Eterno.

2 13 Ed ecco come si comportavano questi sacerdoti con il popolo: quando qualcuno offriva un sacrificio, il servo del sacerdote veniva, mentre la carne cuoceva con in mano un forchettone a tre punte

2 14 e lo ficcava nella pentola o nel paiolo o nel calderone o nella pignatta, e tutto ciò che il forchettone tirava su il sacerdote lo teneva per sé. Così facevano con tutti gl'Israeliti che andavano a Sciloh.

2 15 Anche prima che avessero fatto bruciare il grasso, il servo del sacerdote veniva e diceva a colui che faceva il sacrificio: «Dammi della carne da arrostire per il sacerdote, perché egli non accetterà da te carne cotta, ma cruda».

2 16 E se l'uomo gli diceva: «Si faccia prima fumare il grasso, poi prenderai quanto vorrai» egli rispondeva: «No, me la devi dare ora; altrimenti la prenderò per forza»

2 17 Perciò il peccato dei due giovani era molto grande davanti all'Eterno, perché si disprezzavano le offerte fatte all'Eterno.

2 18 Ma Samuele prestava servizio davanti all'Eterno, anche se ancora fanciullo, ed era cinto di un efod di lino.

2 19 Sua madre gli faceva una piccola veste e gliela portava ogni anno quando saliva con suo marito a offrire il sacrificio annuale.

2 20 Eli allora benediceva Elkanah e sua moglie, dicendo: «L'Eterno ti dia altri figli da questa donna, per la richiesta da lei fatta all'Eterno!». Poi essi tornavano a casa loro.

2 21 Così l'Eterno visitò Anna, ed ella concepì e diede alla luce tre figli e due figlie. Intanto il fanciullo Samuele cresceva presso l'Eterno.

2 22 Or Eli era molto vecchio e udì tutto ciò che i suoi figli facevano a tutto Israele e come essi si coricavano con le donne che facevano servizio all'ingresso della tenda di convegno;

2 23 e disse loro: «Perché fate tali cose? Poiché sento da parte di tutto il popolo delle vostre malvagie azioni.

2 24 No, figli miei, perché le voci che sento di voi non sono affatto buone; voi inducete il popolo dell'Eterno a peccare.

2 25 Se un uomo pecca contro un altro uomo DIO lo giudica, ma se un uomo pecca contro l'Eterno, chi intercederà per lui?». Ma essi non diedero ascolto alla voce del loro padre, perciò l'Eterno voleva farli morire.

2 26 Intanto il fanciullo Samuele cresceva in statura e nel favore dell'Eterno e degli uomini.

2 27 Or un uomo di DIO venne da Eli e gli disse: «Così parla l'Eterno: Non mi sono io forse rivelato alla casa di tuo padre, quando essi erano in Egitto schiavi della casa del Faraone?

2 28 Non l'ho io scelto fra tutte le tribù d'Israele, per essere mio sacerdote, salire il mio altare, bruciare e portare l'efod davanti a me? E non ho io dato alla casa di tuo padre tutti i sacrifici dei figli d'Israele, fatti col fuoco?

2 29 Perché dunque disprezzate i miei sacrifici e le mie oblazioni che ho comandato nella mia dimora, e perché onori i tuoi figli più di me, ingrassandovi col meglio di tutte le oblazioni di Israele, mio popolo?

2 30 Perciò così dice l'Eterno, il DIO d'Israele: Io avevo dichiarato che la tua casa e la casa di tuo padre avrebbero sempre camminato davanti a me; ma ora l'Eterno dice: Lungi da me tal cosa; poiché io onoro quelli che mi onorano ma quelli che mi disprezzano saranno pure disprezzati.

2 31 Ecco, i giorni vengono in cui io stroncherò il tuo vigore e il vigore della casa di tuo padre, di modo che non vi sia più alcun vecchio in casa tua.

2 32 E vedrai lo squallore nella mia dimora, nonostante tutto il bene che Dio fa per Israele, e non vi sarà mai più alcun vecchio nella tua casa.

2 33 Ma quello dei tuoi che non reciderò dal mio altare consumerà i tuoi occhi e rattristerà il tuo cuore; e tutti i discendenti della tua casa moriranno nel fior degli anni.

2 34 Ti servirà di segno ciò che accadrà ai tuoi due figli. Hofni e Finehas: moriranno entrambi nello stesso giorno.

2 35 Ma io susciterò per me un sacerdote fedele che agirà secondo ciò che è nel mio cuore e nella mia anima; io gli edificherò una casa stabile, ed egli camminerà davanti al mio unto per sempre.

2 36 E chiunque rimarrà nella tua casa verrà a prostrarsi davanti a lui per una moneta d'argento e un tozzo di pane, e dirà: "Ammettimi, ti prego, in uno degli uffici sacerdotali, perché possa mangiare un pezzo di pane"»

3 1 Or il giovane Samuele serviva l'Eterno alla presenza di Eli. La parola dell'Eterno era rara in quei giorni, e non c'era alcuna estesa rivelazione.

3 2 In quel tempo, Eli era coricato nel suo solito posto (ora la sua vista aveva cominciato ad offuscarsi ed egli non poteva vedere).

3 3 La lampada di DIO non era ancora spenta e Samuele era coricato nel tabernacolo dell'Eterno dove si trovava l'arca di DIO.

3 4 Allora l'Eterno chiamò Samuele che rispose: «Eccomi!».

3 5 Così corse da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Egli rispose: «Io non ti ho chiamato, torna a coricarti». Così egli andò a coricarsi.

3 6 L'Eterno chiamò di nuovo Samuele. E Samuele si alzò, andò da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Ma quegli rispose: «Figlio mio, io non ti ho chiamato; torna a coricarti».

3 7 (Or Samuele non conosceva ancora l'Eterno e la parola dell'Eterno non gli era stata ancora rivelata).

3 8 L'Eterno chiamò nuovamente Samuele per la terza volta. Così egli si alzò, andò da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Allora Eli comprese che l'Eterno chiamava il giovane.

3 9 Perciò Eli disse a Samuele: «Va' a coricarti e, se ti chiamerà ancora, dirai: "Parla, o Eterno, perché il tuo servo ascolta"». Così Samuele andò a coricarsi al suo posto.

3 10 Quindi l'Eterno venne, si pose là vicino e chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose: «Parla, perché il tuo servo ascolta».

3 11 Allora l'Eterno disse a Samuele: «Ecco io sto per fare in Israele una cosa che farà rintronare gli orecchi di chiunque l'udrà.

3 12 In quel giorno io compirò contro Eli tutto ciò che ho detto riguardo la sua casa, dall'inizio alla fine.

3 13 Gli dichiaro che sto per punire la sua casa per sempre, a motivo dell'iniquità che egli conosce, perché i suoi figli si sono resi spregevoli, ed egli non li ha frenati.

3 14 Perciò io giuro alla casa di Eli che l'iniquità della casa di Eli non sarà mai espiata né con sacrifici né con oblazioni».

3 15 Samuele rimase coricato fino al mattino, poi aprì le porte della casa dell'Eterno. Samuele temeva di raccontare ad Eli la visione.

3 16 Ma Eli chiamò Samuele, dicendo: «Samuele, figlio mio!». Egli rispose: «Eccomi».

3 17 Eli disse: «Che cosa ti ha detto? Ti prego, non nascondermi nulla. DIO faccia così con te e anche peggio, se mi nascondi qualcosa di tutto ciò che egli ti ha detto».

3 18 Samuele allora gli raccontò tutto senza nascondergli nulla. Ed Eli disse: «Egli è l'Eterno; faccia quello che a lui pare».

3 19 Samuele intanto cresceva; e l'Eterno era con lui e non lasciò cadere a terra alcuna delle sue parole.

3 20 Tutto Israele, da Dan fino a Beer-Sceba, seppe che Samuele era stato costituito profeta dell'Eterno.

3 21 L'Eterno continuò ad apparire a Sciloh, perché a Sciloh l'Eterno si rivelava a Samuele mediante la sua parola.

4 1 La parola di Samuele era rivolta a tutto Israele. Or Israele uscì a combattere contro i Filistei e si accampò presso Eben-Ezer, mentre i Filistei erano accampati presso Afek.

4 2 Poi i Filistei si schierarono in ordine di battaglia contro Israele; infuriò un gran combattimento, ma Israele fu sconfitto dai Filistei, che uccisero sul campo di battaglia circa quattromila uomini.

4 3 Quando il popolo fece ritorno nell'accampamento, gli anziani d'Israele dissero: «Perché l'Eterno ci ha oggi sconfitti davanti ai Filistei? Andiamo a prendere a Sciloh l'arca del patto dell'Eterno perché venga in mezzo a noi e ci salvi dalle mani dei nostri nemici!».

4 4 Così il popolo mandò a Sciloh a prendere di là l'arca del patto dell'Eterno degli eserciti che siede fra i cherubini, e i due figli di Eli, Hofni e Finehas, erano là con l'arca del patto di DIO.

4 5 Quando l'arca del patto dell'Eterno entrò nell'accampamento, tutto Israele esplose in un grido di gioia così forte che la terra stessa tremò.

4 6 I Filistei all'udire il fragore di quel grido, dissero: «Che significa il fragore di questo grande grido nell'accampamento degli Ebrei?». Vennero poi a sapere che l'arca dell'Eterno era arrivata nell'accampamento.

4 7 Così i Filistei ebbero paura, perché dicevano: «DIO è venuto nell'accampamento». Ed esclamarono: «Guai a noi! Poiché una tale cosa non è mai avvenuta prima.

4 8 Guai a noi! Chi ci salverà dalle mani di questi dei potenti? Questi sono gli dei che colpirono gli Egiziani con ogni sorta di piaghe nel deserto.

4 9 Siate forti e comportatevi da uomini, o Filistei, affinché non diventiate schiavi degli Ebrei, come essi sono stati schiavi vostri. Comportatevi da uomini e combattete!».

4 10 Così i Filistei combatterono e Israele fu sconfitto; e ciascuno fuggì alla sua tenda. La strage fu veramente grande; d'Israele caddero trentamila fanti.

4 11 Anche l'arca di DIO fu presa e i due figli di Eli Hofni e Finehas, morirono.

4 12 Un uomo di Beniamino corse dal campo di battaglia e giunse a Sciloh quello stesso giorno, con le vesti stracciate e la testa coperta di terra.

4 13 Quando arrivò, ecco, Eli era seduto sul suo sedile ai margini della strada, guardando, perché il suo cuore tremava per l'arca di DIO. Come l'uomo entrò in città e riferì dell'accaduto, un grido si levò da tutta la città.

4 14 Quando Eli udì il rumore delle grida, disse: «Che significa il rumore di questo tumulto?». Poi l'uomo venne in fretta a riferire dell'accaduto a Eli.

4 15 Or Eli aveva novantott'anni; la sua vista si era così offuscata che non vedeva più.

4 16 L'uomo disse a Eli: «Sono colui che è giunto dal campo di battaglia. Sono fuggito oggi dal campo di battaglia». Eli disse: «Come sono andate le cose, figlio mio?».

4 17 Allora il messaggero rispose e disse: «Israele è fuggito davanti ai Filistei, e c'è stata una grande strage fra il popolo anche i tuoi due figli Hofni e Finehas sono morti, e l'arca di DIO è stata presa».

4 18 Appena fece menzione dell'arca di DIO, Eli cadde dal sedile all'indietro a fianco della porta, si ruppe il collo e morì, perché egli era vecchio e pesante. Era stato giudice d'Israele quarant'anni

4 19 Sua nuora, la moglie di Finehas, era incinta e prossima al parto; quando sentì la notizia che l'arca di DIO era stata presa e che suo suocero e suo marito erano morti, si curvò e partorì, perché colta dalle doglie.

4 20 Mentre era sul punto di morire le donne che l'assistevano le dissero: «Non temere, perché hai dato alla luce un figlio». Ella però non rispose e non vi prestò attenzione,

4 21 ma chiamò il bambino Ikabod. dicendo: «La gloria si è allontanata da Israele», perché l'arca di Dio era stata presa e a motivo di suo suocero e di suo marito.

4 22 E disse: «La gloria si è allontanata da Israele, perché l'arca di DIO è stata presa».

5 1 Allora i Filistei presero l'arca di DIO e la trasportarono da Eben-Ezer a Ashdod

5 2 poi i Filistei presero l'arca di DIO, la portarono nel tempio di Dagon e la posarono accanto a Dagon.

5 3 Il giorno dopo gli abitanti di Ashdod si alzarono presto, ed ecco Dagon era caduto con la faccia a terra davanti all'arca dell'Eterno. Così presero Dagon e lo rimisero al suo posto.

5 4 Il giorno dopo si alzarono presto, ed ecco Dagon era di nuovo caduto con la faccia a terra davanti all'arca dell'Eterno, mentre la testa di Dagon e ambedue le palme delle sue mani giacevano troncate sulla soglia; di Dagon rimaneva solo il tronco.

5 5 Perciò, fino al giorno d'oggi i sacerdoti di Dagon e tutti quelli che entrano nel tempio di Dagon non mettono piede sulla soglia di Dagon in Ashdod.

5 6 Poi la mano dell'Eterno si aggravo sugli abitanti di Ashdod e li devastò e li colpì con emorroidi, Ashdod e il suo territorio.

5 7 Quando gli abitanti di Ashdod videro che le cose andavano a quel modo, dissero: «L'arca del DIO d'Israele non deve rimanere presso di noi, perché la sua mano è stata dura verso di noi e verso Dagon, nostro dio».

5 8 Così fecero radunare presso di loro tutti i principi dei Filistei, e dissero: «Cosa dobbiamo fare dell'arca del DIO d'Israele?». I principi risposero: «Si trasporti l'arca del DIO d'Israele a Gath».

5 9 Così trasportarono l'arca del DIO d'Israele là. Ma dopo che l'ebbero trasportata, la mano dell'Eterno si volse contro quella città, causando grande costernazione; e l'Eterno colpì gli uomini della città tanto piccoli che grandi con un'epidemia di emorroidi.

5 10 Allora mandarono l'arca di DIO ad Ekron. Ma, come l'arca di DIO giunse ad Ekron, gli abitanti di Ekron protestarono. dicendo: «Hanno trasportato l'arca del DIO d'Israele da noi, per far morire noi e il nostro popolo!».

5 11 Così fecero radunare tutti i principi dei Filistei e dissero: «Mandate via l'arca del DIO d'Israele; ritorni essa al suo posto, perché non faccia morire noi e il nostro popolo!». Si era infatti diffusa una costernazione mortale in tutta la città perché la mano di DIO si aggravava grandemente su di essa.

5 12 Quelli che non morivano erano colpiti di emorroidi, e le grida della città salivano fino al cielo.

6 1 L'arca dell'Eterno rimase nel paese dei Filistei sette mesi.

6 2 Poi i Filistei convocarono i sacerdoti e gli indovini e dissero: «Che dobbiamo fare dell'arca dell'Eterno? Indicateci il modo con cui dobbiamo rimandarla al suo luogo».

6 3 Allora essi risposero: «Se rimandate l'arca del DIO d'Israele, non rimandatela vuota, ma dovete mandargli almeno un'offerta di riparazione; allora guarirete e saprete perché la sua mano non si allontanava da voi».

6 4 Essi chiesero: «Quale offerta di riparazione gli manderemo noi?». Quelli risposero: «Cinque emorroidi d'oro e cinque topi d'oro secondo il numero dei principi dei Filistei, perché la stessa piaga ha colpito voi e i vostri principi.

6 5 Fate dunque delle raffigurazioni delle vostre emorroidi e delle raffigurazioni dei vostri topi che devastano il paese, e date gloria al DIO d'Israele; forse egli allenterà la sua mano su di voi, sui vostri dei e sul vostro paese.

6 6 Perché mai indurite il vostro cuore come gli Egiziani e il Faraone indurirono il loro cuore? Quando compì cose potenti nel loro mezzo, non li lasciarono andare e così essi poterono partire?

6 7 Fate dunque un carro nuovo, poi prendete due vacche che allattino su cui non è mai stato posto il giogo e attaccate al carro le vacche, ma riportate i loro vitelli nella stalla lontano da esse.

6 8 Poi prendete l'arca dell'Eterno e ponetela sul carro; e deponete i lavori d'oro che mandate all'Eterno come offerta di riparazione in una cesta accanto ad essa; così la rimanderete, ed essa se ne andrà.

6 9 E state a vedere: se sale per la via che porta al suo territorio, verso Beth-Scemesh, è l'Eterno che ci ha fatto questo grande male; altrimenti sapremo che non è stata la sua mano a percuoterci ma che questo ci è avvenuto per caso».

6 10 Essi dunque fecero così; presero due vacche che allattavano le attaccarono al carro e chiusero nella stalla i loro vitelli.

6 11 Poi misero sul carro l'arca dell'Eterno e la cesta con i topi d'oro e le raffigurazioni delle emorroidi.

6 12 Allora le vacche si avviarono diritte proprio in direzione di Beth-Scemesh, seguendo sempre la stessa strada e muggendo mentre andavano, senza piegare né a destra né a sinistra. I principi dei Filistei li seguirono fino ai confini di Beth-Scemesh.

6 13 Ora gli abitanti di Beth-Scemesh stavano mietendo il grano nella valle; alzando gli occhi, videro l'arca e gioirono nel vederla.

6 14 Il carro, giunto al campo di Giosuè di Beth-Scemesh, vi si fermò. Là c'era una grande pietra; così essi spaccarono il legname del carro e offrirono le vacche in olocausto all'Eterno.

6 15 I Leviti tirarono giù l'arca dell'Eterno e la cesta che le stava accanto e in cui erano gli oggetti d'oro, e li deposero sulla grande pietra. In quello stesso giorno gli uomini di Beth-Scemesh offrirono olocausti e immolarono sacrifici all'Eterno.

6 16 Quando i cinque principi dei Filistei videro ciò, ritornarono lo stesso giorno a Ekron.

6 17 Queste sono le emorroidi d'oro che i Filistei mandarono all'Eterno come offerta di riparazione: una per Ashdod, una per Gaza, una per Askalon, una per Gath, una per Ekron;

6 18 e i topi d'oro secondo il numero di tutte le città dei Filistei appartenenti ai cinque principi, dalle città fortificate ai villaggi di campagna fino alla grande pietra del prato sulla quale fu deposta l'arca dell'Eterno, e che sta fino al giorno d'oggi nel campo di Giosuè, il Beth-scemita.

6 19 L'Eterno colpì alcuni uomini di Beth-Scemesh, perché avevano guardato dentro l'arca dell'Eterno; colpì settanta uomini del popolo. Il popolo fece cordoglio perché l'Eterno lo aveva colpito con una grande calamità.

6 20 Gli uomini di Beth-Scemesh dissero: «Chi può resistere davanti all'Eterno, a questo DIO santo? Da chi salirà l'arca partendo da noi?».

6 21 Così inviarono messaggeri agli abitanti di Kiriath-Jearim per dir loro: «I Filistei hanno ricondotto l'arca dell'Eterno; scendete e portatela su da voi».

7 1 Allora gli uomini di Kiriath-Jearim vennero, portarono su l'arca dell'Eterno e la collocarono in casa di Abinadab sulla collina, e consacrarono suo figlio Eleazar perché custodisse l'arca dell'Eterno.

7 2 Da quando l'arca era stata posta a Kiriath-Jearim, era trascorso molto tempo; erano passati vent'anni e tutta la casa d'Israele si lamentava con l'Eterno.

7 3 Allora Samuele parlò a tutta la casa d'Israele, dicendo: «Se tornate all'Eterno con tutto il vostro cuore, togliete da mezzo a voi gli dèi stranieri e le Ashtaroth e tenete il vostro cuore fermo nell'Eterno e servite a lui solo, allora egli vi libererà dalle mani dei Filistei».

7 4 Così i figli d'Israele tolsero via i Baal e le Ashtaroth e servirono solamente l'Eterno.

7 5 Poi Samuele disse: «Radunate tutto Israele a Mitspah" e io pregherò l'Eterno per voi».

7 6 Così essi si radunarono a Mitspah, attinsero acqua e la versarono davanti all'Eterno; quindi in quel giorno digiunarono e là dissero: «Abbiamo peccato contro l'Eterno». Samuele giudicò i figli d'Israele a Mitspah.

7 7 Quando i Filistei seppero che i figli d'Israele si erano radunati a Mitspah, i principi dei Filistei salirono contro Israele. Quando i figli d'Israele udirono ciò, ebbero paura dei Filistei.

7 8 Allora i figli d'Israele dissero a Samuele: «Non cessare di gridare per noi all'Eterno, il nostro DIO, perché ci salvi dalle mani dei Filistei».

7 9 Così Samuele prese un agnello di latte e l'offerse intero in olocausto all'Eterno; Samuele gridò all'Eterno per Israele, e l'Eterno lo esaudì.

7 10 Mentre Samuele offriva l'olocausto, i Filistei si avvicinarono per assalire Israele; ma l'Eterno in quel giorno tuonò con grande fragore contro i Filistei e li mise in confusione, ed essi furono sconfitti davanti a Israele.

7 11 Gli uomini d'Israele uscirono da Mitspah, inseguirono i Filistei e li batterono fin sotto Beth-Kar.

7 12 Allora Samuele prese una pietra la eresse tra Mitspah e Scen e la chiamò Eben-Ezer dicendo: «Fin qui l'Eterno ci ha soccorso».

7 13 Così i Filistei furono umiliati e non tornarono più ad invadere il territorio d'Israele; e la mano dell'Eterno fu contro i Filistei per tutto il tempo di Samuele.

7 14 Anche le città che i Filistei avevano preso a Israele ritornarono a Israele, da Ekron fino a Gath. Israele liberò il suo territorio dalle mani dei Filistei. E vi fu pace fra Israele e gli Amorei.

7 15 Samuele fu giudice su Israele per tutto il tempo della sua vita.

7 16 Ogni anno egli faceva il giro di Bethel, di Ghilgal e di Mitspah ed esercitava l'ufficio di giudice d'Israele in tutti questi luoghi.

7 17 Poi ritornava a Ramah, perché là era la sua casa. Là giudicava Israele e là edificò un altare all'Eterno.

8 1 Quando Samuele diventò vecchio costituì giudici d'Israele i suoi figli.

8 2 Il primogenito si chiamava Joel e il secondo Abiah; essi facevano i giudici a Beer-Sceba.

8 3 I suoi figli però non seguivano le sue orme, ma si lasciavano sviare da guadagni illeciti, accettavano regali e pervertivano la giustizia.

8 4 Allora tutti gli anziani d'Israele si radunarono, vennero da Samuele a Ramah,

8 5 e gli dissero: «Ecco, tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non seguono le tue orme; or dunque stabilisci su di noi un re che ci governi come avviene per tutte le nazioni».

8 6 Ma la cosa dispiacque a Samuele perché avevano detto: «Dacci un re che ci governi». Perciò Samuele pregò l'Eterno.

8 7 E l'Eterno disse a Samuele: «Ascolta la voce del popolo in tutto ciò che ti dice, poiché essi non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni su di loro.

8 8 Si comportano con te, come hanno sempre fatto dal giorno in cui li ho fatti uscire dall'Egitto fino ad oggi: mi hanno abbandonato per servire altri dèi.

8 9 Ora dunque ascolta la loro richiesta, ma avvertili solennemente e dichiara loro i diritti del re che regnerà su di loro».

8 10 Così Samuele riferì tutte le parole dell'Eterno al popolo che gli domandava un re.

8 11 E disse: «Questi saranno i diritti del re che regnerà su di voi. Egli prenderà i vostri figli, per destinarli ai suoi carri e farli suoi cavalieri, e perché corrino davanti ai suoi carri;

8 12 per farli capitani di migliaia e capitani di cinquantine, per metterli ad arare i suoi campi, a mietere la sua messe, a fabbricare le sue armi da guerra e gli attrezzi dei suoi carri.

8 13 Prenderà le vostre figlie per farne profumiere, cuoche e fornaie.

8 14 Prenderà i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti, i migliori che avete, per darli ai suoi servi.

8 15 Prenderà la decima delle vostre sementi e delle vostre vigne per darla ai suoi eunuchi e ai suoi servi.

8 16 Prenderà i vostri servi, le vostre serve, i vostri giovani migliori e i vostri asini per usarli nei suoi lavori.

8 17 Prenderà anche la decima delle vostre greggi, e voi sarete suoi schiavi.

8 18 Allora in quel giorno griderete a motivo del re che avete scelto per voi, ma l'Eterno non vi risponderà».

8 19 Ciò nonostante il popolo rifiutò di dare ascolto alle parole di Samuele e disse: «No, avremo un re sopra di noi.

8 20 Così saremo anche noi come tutte le nazioni: il nostro re ci governerà, uscirà alla nostra testa e combatterà le nostre battaglie».

8 21 Samuele ascoltò tutte le parole del popolo e le riferì all'Eterno.

8 22 L'Eterno disse a Samuele: «Ascolta la loro richiesta e stabilisci su di loro un re». Allora Samuele disse agli uomini d'Israele: «Ognuno ritorni alla sua città».

9 1 Or c'era un uomo di Beniamino di nome Kish, figlio di Abiel, figlio di Tseror, figlio di Bekorath, figlio di Afiah, figlio di un Beniaminita, un uomo forte e valoroso.

9 2 Questi aveva un figlio di nome Saul, giovane e bello; tra i figli d'Israele non c'era nessuno più bello di lui; dalle spalle in su era il più alto di tutta la gente.

9 3 Or le asine di Kish, padre di Saul, si erano smarrite; Kish disse a suo figlio, Saul: «Deh, prendi con te uno dei servi, alzati e va' a cercare le asine».

9 4 Così egli passò per la regione montuosa di Efraim e attraversò il paese di Shalisha, senza trovarle; poi passarono per il paese di Shaalim, ma non c'erano; traversarono quindi il paese dei Beniamiti, ma non le trovarono.

9 5 Quando giunsero nel paese di Tsuf, Saul disse al servo che era con lui: «Su, torniamo indietro, perché non avvenga che mio padre smetta di darsi pensiero, delle asine e incominci a preoccuparsi per noi».

9 6 Il servo gli disse: «Ecco, in questa città c'è un uomo di DIO, che è tenuto in grande onore; tutto ciò che egli dice, si avvera certamente. Ora andiamo là, forse ci indicherà la via che dobbiamo seguire».

9 7 Saul disse al suo servo: «Ma ecco, se andiamo, cosa porteremo all'uomo di DIO? Poiché il pane delle nostre sacche è finito e non abbiamo alcun dono da portare all'uomo di DIO. Che cosa abbiamo con noi?».

9 8 Il servo rispose a Saul, dicendo: «Ecco, io ho in mano un quarto di un siclo d'argento; lo darò all'uomo di DIO, ed egli ci indicherà la via».

9 9 (In passato in Israele, quando uno andava a consultare DIO, diceva: «Su, andiamo dal veggente», perché il profeta di oggi in passato era chiamato veggente).

9 10 Allora Saul disse al suo servo: «Hai detto bene. Su, andiamo!». E si diressero alla città dov'era l'uomo di DIO.

9 11 Mentre salivano lungo il pendio che porta alla città, incontrarono alcune ragazze che uscivano ad attingere acqua e chiesero loro: «E qui il veggente?».

9 12 Esse risposero loro, dicendo: «Sì, eccolo, è poco più avanti di voi, affrettatevi. Oggi stesso è venuto in città, perché oggi il popolo ha un sacrificio sull'alto luogo.

9 13 Come entrerete in città, lo troverete certamente prima che salga all'alto luogo a mangiare. Il popolo non mangerà finché egli non sia giunto, perché è lui che deve benedire il sacrificio; dopo di ciò gli invitati mangeranno. Or dunque salite, perché ora lo troverete».

9 14 Così salirono alla città; come essi entravano in città, ecco Samuele usciva verso di loro per salire all'alto luogo.

9 15 Or il giorno prima dell'arrivo di Saul, l'Eterno aveva avvertito Samuele, dicendo:

9 16 «Domani a quest'ora ti manderò un uomo del paese di Beniamino, e tu lo ungerai come capo del mio popolo d'Israele. Egli salverà il mio popolo dalle mani dei Filistei, poiché ho visto l'avversità del mio popolo, perché il suo grido è giunto fino a me».

9 17 Quando Samuele vide Saul, l'Eterno gli disse: «Ecco l'uomo di cui ti ho parlato; egli regnerà sul mio popolo».

9 18 Poi Saul si avvicinò a Samuele in mezzo alla porta e gli disse: «Indicami, ti prego, dov'è la casa del veggente».

9 19 Samuele rispose a Saul e disse: «Sono io il veggente. Sali davanti a me sulla collina; oggi mangerete con me. Domani mattina ti lascerò partire e ti dichiarerò tutto ciò che hai nel cuore.

9 20 Riguardo poi alle tue asine smarrite tre giorni fa, non dartene pensiero, perché sono state ritrovate. E a chi va tutto il desiderio d'Israele, se non a te e a tutta la casa di tuo padre?».

9 21 Saul, rispondendo, disse: «Non sono io un Beniaminita, di una delle più piccole tribù d'Israele? E la mia famiglia non è forse la più piccola fra tutte le famiglie della tribù di Beniamino? Perché dunque mi parli in questo modo?».

9 22 Allora Samuele prese Saul e il suo servo, li introdusse nella sala e li fece sedere a capo tavola fra gli invitati che erano circa trenta persone.

9 23 Poi Samuele disse al cuoco: «Porta la porzione che ti ho dato e di cui ti ho detto: "Mettila da parte"».

9 24 Il cuoco allora prese la coscia e ciò che vi aderiva e la mise davanti a Saul. Quindi Samuele disse: «Ecco ciò che è stato tenuto in serbo è stato messo da parte per te; mangia perché è stato conservato appositamente per te quando ho invitato il popolo». Così quel giorno Saul mangiò con Samuele.

9 25 Poi discesero dall'alto luogo in città, e Samuele parlò con Saul sul terrazzo.

9 26 L'indomani si alzarono presto; allo spuntar del giorno, Samuele chiamò Saul sul terrazzo, dicendo: «Alzati, e io ti lascerò partire». Saul si alzò e ambedue, lui e Samuele, uscirono.

9 27 Quando furono discesi alla periferia della città, Samuele disse a Saul: «Di' al servo che passi davanti a noi e vada oltre, ma tu fermati un momento, perché ti possa annunciare la parola di DIO».

10 1 Allora Samuele prese un vasetto d'olio e lo versò sul suo capo; poi lo baciò e disse: «Non ti ha l'Eterno unto, come capo della sua eredità?

10 2 Oggi, quando sarai partito da me, troverai due uomini presso il sepolcro di Rachele sul confine di Beniamino a Tseltsah. Essi ti diranno: «Le asine che sei andato a cercare sono state ritrovate; ora tuo padre ha smesso di essere in pensiero per le asine ed è preoccupato per voi, e va dicendo: "Che devo fare per mio figlio?".

10 3 Poi tu passerai oltre quel luogo e giungerai alla quercia di Tabor; là incontrerai tre uomini che salgono ad adorare DIO a Bethel: l'uno porterà tre capretti, l'altro porterà tre pani e il terzo porterà un otre di vino.

10 4 Essi ti saluteranno e ti daranno due pani, che riceverai dalla loro mano.

10 5 Poi arriverai alla collina di DIO, dov'è la guarnigione dei Filistei; e là, giungendo alla città, incontrerai un gruppo di profeti che scenderanno dall'alto luogo, preceduti da un'arpa, un tamburello, un flauto e una cetra, e che profetizzeranno.

10 6 Allora lo Spirito dell'Eterno ti investirà e profetizzerai con loro, e sarai cambiato in un altro uomo.

10 7 Quando questi segni ti saranno avvenuti, fa' ciò che l'occasione richiede perché DIO è con te.

10 8 Poi scenderai prima di me a Ghilgal; ed ecco io scenderò da te per offrire olocausti e immolare sacrifici di ringraziamento. Tu aspetterai sette giorni finché io venga da te e ti faccia sapere ciò che devi fare».

10 9 Non appena voltò le spalle per lasciare Samuele, DIO gli mutò il cuore in un altro, e tutti quei segni si avverarono in quello stesso giorno.

10 10 Come giunsero là alla collina, ecco venirgli incontro un gruppo di profeti; allora lo Spirito di DIO lo investì, ed egli si mise a profetizzare in mezzo a loro.

10 11 Allora tutti quelli che lo avevano conosciuto prima, vedendo che profetizzava con i profeti si dicevano l'un l'altro: «Cos'è avvenuto al figlio di Kish? E' anche Saul tra i profeti?».

10 12 Quindi uno del luogo rispose, dicendo: «Ma chi è il loro padre?». Per questo divenne proverbio il detto: «E' anche Saul tra i profeti?».

10 13 Come Saul ebbe finito di profetizzare, si recò all'alto luogo.

10 14 Poi lo zio di Saul chiese a lui e al suo servo: «Dove siete andati?». Egli rispose: «A cercare le asine; ma, vedendo che non c'erano, siamo andati da Samuele».

10 15 Lo zio di Saul soggiunse: «Raccontami, ti prego, ciò che vi ha detto Samuele».

10 16 Così Saul rispose a suo zio: «Egli ci ha assicurato che le asine erano state ritrovate». Ma non disse nulla di ciò che Samuele aveva detto riguardo al regno.

10 17 Poi Samuele convocò il popolo davanti all'Eterno a Mitspah,

10 18 e disse ai figli d'Israele: «Così dice l'Eterno, il DIO d'Israele: "Io feci uscire Israele dall'Egitto e vi liberai dalle mani degli Egiziani e dalle mani di tutti i regni che vi opprimevano.

10 19 Ma oggi voi avete rigettato il vostro DIO che vi salvò da tutte le vostre avversità e dalle vostre tribolazioni e gli dite: "Stabilisci su di noi un re!". Or dunque presentatevi davanti all'Eterno per tribù e per miglia».

10 20 Poi Samuele fece avvicinare tutte le tribù d'Israele, e fu scelta la tribù di Beniamino.

10 21 Fece quindi avvicinare la tribù di Beniamino per famiglie, e fu scelta la famiglia di Matri. Poi fu scelto Saul, figlio di Kish; lo cercarono, ma non fu trovato

10 22 Allora consultarono di nuovo l'Eterno: «E egli già venuto qui?». l'Eterno rispose: «Eccolo nascosto fra i bagagli.

10 23 Corsero a prenderlo di là; così egli si presentò in mezzo al popolo, ed era più alto di tutta la gente dalle spalle in su.

10 24 Poi Samuele disse a tutto il popolo: «Vedete colui che l'Eterno ha scelto? Non c'è nessuno in tutto il popolo come lui. Così tutto il popolo mandò grida di gioia e disse: «Viva il re!».

10 25 Allora Samuele espose al popolo i diritti del regno e li scrisse in un libro, che depose davanti all'Eterno. Quindi Samuele rimandò tutto il popolo ciascuno a casa sua.

10 26 Anche Saul andò a casa sua a Ghibeah, e con lui andarono uomini valorosi ai quali DIO aveva toccato il cuore.

10 27 Ma alcuni uomini da nulla dissero: «Come può costui salvarci?. Così lo disprezzarono e non gli fecero alcun dono. Ma egli non disse nulla.

11 1 Poi Nahash l'Ammonita andò ad accamparsi contro Jabesh di Galaad. Allora tutti quelli di Jabesh dissero a Nahash: «Fa' alleanza con noi e noi ti serviremo».

11 2 Nahash l'Ammonita rispose loro: «Io farò alleanza con voi a questa condizione: che io cavi a tutti voi l'occhio destro, per gettare così disonore su tutto Israele».

11 3 Gli anziani di Jabesh gli dissero: «Concedici sette giorni perché possiamo mandare messaggeri in tutto il territorio d'Israele; e se non verrà nessuno a salvarci, ci arrenderemo a te.

11 4 Così i messaggeri vennero a Ghibeah di Saul e riferirono queste parole davanti al popolo; allora tutto il popolo alzò la voce e pianse.

11 5 Or ecco Saul tornava dalla campagna dietro i buoi. E Saul disse: «Che cosa ha il popolo, che piange?». Gli riferirono allora le parole degli uomini di Jabesh.

11 6 All'udire quelle parole, lo Spirito di DIO investì Saul, e la sua ira si accese grandemente.

11 7 Così prese un paio di buoi, li tagliò a pezzi e li mandò in tutto il territorio d'Israele per mezzo di messaggeri, dicendo: «Così saranno trattati i buoi di chi non seguirà Saul e Samuele». Il terrore dell'Eterno cadde sul popolo, ed essi uscirono come un sol uomo.

11 8 Saul li passò in rassegna a Bezek, ed erano trecentomila figli d'Israele e trentamila uomini di Giuda.

11 9 Dissero quindi ai messaggeri che erano venuti: «Così direte agli uomini di Jabesh di Galaad: "Domani, quando il sole comincerà a scaldare, avrete liberazione"». I messaggeri andarono a riferire questo agli uomini di Jabesh, che si rallegrarono.

11 10 Allora gli uomini di Jabesh dissero agli Ammoniti: «Domani verremo da voi e ci farete tutto quello che vi piacerà».

11 11 Il giorno seguente, Saul divise il popolo in tre schiere, che penetrarono in mezzo all'accampamento nemico durante la vigilia del mattino e fecero strage degli Ammoniti fino al caldo del giorno. Quelli che scamparono furono dispersi e di loro non ne rimasero neppure due assieme.

11 12 Il popolo allora disse a Samuele: «Chi è che ha detto: "Dovrà Saul regnare su di noi?". Dateci quegli uomini e li metteremo a morte».

11 13 Ma Saul rispose: «Nessuno sarà messo a morte in questo giorno, perché oggi l'Eterno ha operato una grande liberazione in Israele».

11 14 Poi Samuele disse al popolo: «Venite. andiamo a Ghilgal e là rinnoviamo il regno».

11 15 Così tutto il popolo andò a Ghilgal e là davanti all'Eterno in Ghilgal, fecero Saul re. Là offrirono davanti all'Eterno sacrifici di ringraziamento; e là Saul e tutti gli uomini d'Israele si rallegrarono grandemente.

12 1 Allora Samuele disse a tutto Israele: «Ecco, io vi ho dato ascolto in tutto ciò che mi avete detto e ho costituito un re a su di voi.

12 2 Ed ora, ecco il re che andrà davanti a voi. Io sono ormai vecchio e canuto, e i miei figli sono tra voi; io sono andato davanti a voi dalla mia giovinezza fino a questo giorno.

12 3 Eccomi, testimoniate contro di me davanti all'Eterno e davanti al suo unto: A chi ho preso il bue? A chi ho preso l'asino? Chi ho defraudato? Chi ho oppresso? Dalle mani di chi ho accettato alcun regalo che mi abbia accecato gli occhi? Io ve lo restituirò».

12 4 Essi risposero: «Tu non ci hai defraudato, non ci hai oppresso e non hai preso nulla dalle mani di alcuno».

12 5 Egli disse loro: «L'Eterno è testimone contro di voi e il suo unto è testimone in questo giorno, che non avete trovato nulla nelle mie mani». Essi risposero: «Si, è testimone!».

12 6 Allora Samuele disse al popolo: «è l'Eterno che ha stabilito Mosè e Aaronne, e ha fatto uscire i vostri padri dal paese d'Egitto.

12 7 Or dunque presentatevi, perché possa davanti all'Eterno mettere in evidenza con voi tutte le opere giuste che l'Eterno ha compiuto per voi e per i vostri padri.

12 8 Dopo che Giacobbe andò in Egitto, e i vostri padri gridarono all'Eterno l'Eterno mandò Mosè ed Aaronne, che fecero uscire i vostri padri dall'Egitto e li fecero abitare in questo luogo

12 9 Ma essi dimenticarono l'Eterno, il loro DIO, ed egli li vendette nelle mani di Sisera, capo dell'esercito di Hatsor, e In potere dei Filistei e del re di Moab, i quali mossero loro guerra.

12 10 Allora gridarono all'Eterno e dissero: "Abbiamo peccato, perché abbiamo abbandonato l'Eterno e abbiamo servito i Baal e le Ashtaroth, ma ora liberaci dalle mani dei nostri nemici e serviremo te".

12 11 Così l'Eterno mandò Jerubbaal, Bedan, Jefte e Samuele, e vi liberò dalle mani dei vostri nemici tutt'intorno e viveste al sicuro.

12 12 Ma quando vedeste che Nahash, re dei figli di Ammon, muoveva contro di voi, mi diceste: "No, un re deve regnare su di noi", mentre l'Eterno il vostro DIO, era il vostro re.

12 13 Or dunque, ecco il re che avete scelto e che avete chiesto; ecco, l'Eterno ha costituito un re su di voi.

12 14 Se temete l'Eterno, lo servite e date ascolto alla sua voce, e non vi ribellate al comandamento dell'Eterno, allora voi e il re che regna su di voi seguirete l'Eterno, il vostro DIO.

12 15 Ma se non date ascolto alla voce dell'Eterno e vi ribellate al comandamento dell'Eterno, allora la mano dell'Eterno sarà contro di voi, come fu contro i vostri padri.

12 16 Perciò ora fermatevi e guardate questa cosa grande che l'Eterno farà davanti ai vostri occhi.

12 17 Non è forse il tempo della mietitura del grano? Io invocherò l'Eterno ed egli manderà tuoni e pioggia; così comprenderete e vedrete che il male che avete fatto chiedendo per voi un re è grande agli occhi dell'Eterno».

12 18 Allora Samuele invocò l'Eterno, e l'Eterno mandò quel giorno tuoni e pioggia; e tutto il popolo ebbe gran timore dell'Eterno e di Samuele.

12 19 Tutto il popolo quindi disse a Samuele: «Prega l'Eterno, il tuo DIO per i tuoi servi, affinché non abbiamo a morire, poiché abbiamo aggiunto a tutti i nostri peccati il male di chiedere per noi un re».

12 20 Samuele rispose al popolo: «Non temete; anche se avete fatto tutto questo male, non lasciate di seguire l'Eterno ma servite l'Eterno con tutto il vostro cuore.

12 21 Non allontanatevi per seguire cose vane, che non possono giovare né liberare, perché sono cose vane.

12 22 Poiché l'Eterno non abbandonerà il suo popolo, per amore del suo grande nome, perché è piaciuto all'Eterno di farvi il suo popolo.

12 23 Quanto a me, non sia mai che io pecchi contro l'Eterno smettendo di pregare per voi; anzi vi mostrerò la buona e diritta via.

12 24 Solo temete l'Eterno e servitelo fedelmente con tutto il cuore vostro; considerate infatti le grandi cose che ha fatto per voi.

12 25 Ma se continuate a fare il male, tanto voi che il vostro re sarete spazzati via».

13 1 Saul aveva trent'anni quando cominciò a regnare; e dopo aver regnato due anni sopra Israele.

13 2 Saul si scelse tremila uomini d'Israele: duemila stavano con lui a Mikmash e nella regione montuosa di Bethel, e mille con Gionathan, a Ghibeah di Beniamino; rimandò invece il resto del popolo, ognuno alla sua tenda.

13 3 Gionathan sconfisse la guarnigione dei Filistei che stava a Gheba, e i Filistei lo vennero a sapere. Allora Saul fece suonare la tromba per tutto il paese, dicendo: «Lo sappiano gli Ebrei!».

13 4 E tutto Israele sentì dire: «Saul ha sconfitto la guarnigione dei Filistei e Israele è venuto in odio ai Filistei». Così il popolo fu convocato a Ghilgal per seguire Saul.

13 5 Anche i Filistei si radunarono per combattere contro Israele, con trentamila carri, seimila cavalieri e gente numerosa come la sabbia che è sul lido del mare. Salirono dunque e si accamparono a Mikmash, a est di Beth-Aven.

13 6 Quando gli Israeliti si accorsero di essere in pericolo, (perché il popolo era messo alle strette), si nascosero nelle caverne, nelle macchie, tra le rocce, nelle buche e nelle cisterne.

13 7 Alcuni Ebrei passarono il Giordano per andare nel paese di Gad e di Galaad. Quanto a Saul, egli era ancora a Ghilgal e tutto il popolo lo seguiva, tremando.

13 8 Egli aspettò sette giorni secondo il tempo fissato da Samuele; ma Samuele non giungeva a Ghilgal e il popolo cominciava a disperdersi lontano da lui.

13 9 Allora Saul disse: «Portatemi l'olocausto e i sacrifici di ringraziamento». Quindi offerse l'olocausto.

13 10 Aveva appena finito di offrire l'olocausto, quando arrivò Samuele; e Saul gli uscì incontro per salutarlo.

13 11 Ma Samuele gli disse: «Che cosa hai fatto?». Saul rispose: «Quando ho visto che il popolo si disperdeva lontano da me, che tu non eri giunto nel giorno stabilito e che i Filistei si radunavano a Mikmash, mi son detto:

13 12 "Ora i Filistei mi piomberanno addosso a Ghilgal e io non ho ancora supplicato l'Eterno". Perciò mi sono fatto forza e ho offerto l'olocausto».

13 13 Allora Samuele disse a Saul: «Tu hai agito stoltamente; non hai osservato il comandamento che l'Eterno, il tuo DIO, ti aveva prescritto. L'Eterno infatti avrebbe stabilito il tuo regno su Israele in perpetuo.

13 14 Ora invece il tuo regno non durerà. L'Eterno si è cercato un uomo secondo il suo cuore, e l'Eterno lo ha stabilito principe del suo popolo, perché tu non hai osservato ciò che l'Eterno ti aveva comandato».

13 15 Poi Samuele si levò e salì da Ghilgal a Ghibeah di Beniamino, e Saul passò in rassegna il popolo che si trovava con lui erano circa seicento uomini.

13 16 Or Saul, Gionathan suo figlio e la gente rimasta con loro rimasero a Ghibeah di Beniamino, mentre i Filistei erano accampati a Mikmash.

13 17 Poi dall'accampamento dei Filistei uscirono dei razziatori divisi in tre schiere: una schiera si diresse sulla via di Ofrah, verso il paese di Shual;

13 18 un'altra schiera si diresse sulla via di Beth-Horon; la terza schiera si diresse sulla via della frontiera che domina la valle di Tseboim, verso il deserto.

13 19 Or in tutto il paese d'Israele non si trovava alcun fabbro, perché i Filistei dicevano: «Gli Ebrei non fabbrichino spade o lance».

13 20 Così tutti gl'Israeliti scendevano dai Filistei per affilare chi il suo vomero, chi la sua zappa, chi la sua scure, chi la sua vanga.

13 21 Il prezzo per l'affilatura era di un pim per le vanghe, per le zappe, per i tridenti, per le scuri e per aggiustare i pungoli.

13 22 Così, nel giorno della battaglia, non si trovava né spada né lancia in mano a tutta la gente che era con Saul e con Gionathan; ne avevano solamente Saul e Gionathan suo figlio.

13 23 La guarnigione dei Filistei uscì quindi verso il passo di Mikmash.

14 1 Or avvenne che un giorno, Gionathan, figlio di Saul, disse al suo giovane scudiero: «Vieni, andiamo verso la postazione dei Filistei, che è dall'altra parte». Ma non disse nulla a suo padre.

14 2 Saul stava allora all'estremità di Ghibeah sotto il melograno che è a Migron, e la gente che aveva con sé ammontava a circa seicento uomini.

14 3 Ahijah, figlio di Ahitub, fratello d'Ikabod, figlio di Finehas, figlio di Eli sacerdote dell'Eterno, a Sciloh indossava l'efod. Ma il popolo non sapeva che Gionathan se ne fosse andato.

14 4 Or fra i valichi per i quali Gionathan cercava di arrivare alla postazione dei Filistei, c'era una roccia sporgente da una parte e una roccia sporgente dall'altra parte: una si chiamava Botsets e l'altra Seneh.

14 5 Una delle rocce sporgenti sorgeva a nord di fronte a Mikmash, e l'altra a sud di fronte a Ghibeah.

14 6 Gionathan disse al suo giovane scudiero: «Vieni, andiamo verso la postazione di questi incirconcisi; forse l'Eterno opererà a nostro favore, perché nulla può impedire all'Eterno di salvare con molti o con pochi».

14 7 Il suo scudiero gli rispose: «Fa' tutto ciò che hai nel cuore; va' pure; eccomi pronto ad andare con te ovunque il tuo cuore desidera».

14 8 Allora Gionathan disse: «Ecco, noi andremo verso quegli uomini e ci faremo vedere da loro.

14 9 Se ci diranno: "Fermatevi finché noi vi raggiungiamo", ci fermeremo al nostro posto e non saliremo da loro;

14 10 ma se diranno: "Salite da noi", saliremo perché l'Eterno li ha dati nelle nostre mani; e questo ci servirà di segno»

14 11 Così entrambi si fecero vedere dalla guarnigione dei Filistei; e i Filistei dissero. «Ecco gli Ebrei che escono dalle grotte dove si erano nascosti!».

14 12 Poi gli uomini della guarnigione si rivolsero a Gionathan e al suo scudiero e dissero: «Salite da noi che abbiamo qualcosa da dirvi». Allora Gionathan disse al suo scudiero: «Sali dietro di me, perché l'Eterno li ha dati nelle mani d'Israele».

14 13 Gionathan salì arrampicandosi con le mani e con i piedi, seguito dal suo scudiero. I Filistei cadevano davanti a Gionathan, e il suo scudiero dietro di lui li finiva.

14 14 Questa fu la prima strage compiuta da Gionathan e dal suo scudiero, in essa caddero circa venti uomini, in circa mezzo iugero di terra.

14 15 Lo spavento si diffuse nell'accampamento, nella campagna e fra tutto il popolo; la guarnigione e i razziatori furono anch'essi spaventati; la terra stessa tremò, e fu così uno spavento di DIO.

14 16 Le sentinelle di Saul a Ghibeah di Beniamino guardarono e videro che la moltitudine si disperdeva e fuggiva di qui e di là.

14 17 Allora Saul disse alla gente che era con lui: «Fate l'appello per vedere chi se n'è andato da noi». Fatto l'appello, ecco che mancavano Gionathan e il suo scudiero.

14 18 Allora Saul disse ad Ahijah: «Fa' accostare l'arca di DIO!» (poiché allora l'arca di DIO era con i figli d'Israele).

14 19 Or mentre Saul parlava col sacerdote, il tumulto nell'accampamento dei Filistei andava crescendo; così Saul disse al sacerdote: «Ritira la tua mano!».

14 20 Poi Saul e tutto il popolo che era con lui si radunarono e si mossero verso il luogo della battaglia; ed ecco che la spada di ognuno era rivolta contro il suo compagno, e la confusione era grandissima.

14 21 Gli Ebrei stessi, che da un po' di tempo si trovavano con i Filistei ed erano saliti con loro all'accampamento dalla regione circostante, si unirono con gl'Israeliti che erano con Saul e Gionathan.

14 22 Similmente tutti gl'Israeliti che si erano nascosti nella regione montuosa di Efraim, quando seppero che i Filistei fuggivano si misero anch'essi a inseguirli unendosi alla battaglia.

14 23 Così in quel giorno l'Eterno salvò Israele e la battaglia si estese fino a Beth-Aven.

14 24 Ma in quel giorno gli uomini d'Israele erano stremati, perché Saul aveva fatto fare al popolo questo giuramento: «Maledetto l'uomo che toccherà cibo prima di sera, prima che mi sia vendicato dei miei nemici». Così nessuno del popolo toccò cibo.

14 25 Or tutto il popolo entrò in una foresta, dove c'era del miele per terra.

14 26 Come il popolo entrò nella foresta, vide il miele che colava; ma nessuno si portò la mano alla bocca, perché il popolo aveva timore del giuramento.

14 27 Ma Gionathan non aveva sentito quando suo padre aveva fatto giurare il popolo; perciò stese la punta del bastone che teneva in mano, la intinse nel favo di miele e portò la mano alla bocca; così la sua vista si schiarì.

14 28 Uno del popolo prese la parola e disse: «Tuo padre ha espressamente fatto fare al popolo questo giuramento, dicendo: "Maledetto l'uomo che toccherà cibo oggi" benché il popolo fosse stremato».

14 29 Allora Gionathan disse: «Mio padre ha recato un danno al paese; vedete come, per aver gustato un po' di questo miele, la mia vista si è schiarita.

14 30 Quanto meglio sarebbe stato se il popolo avesse oggi mangiato liberamente del bottino che ha trovato presso i nemici! Non ci sarebbe stata una più grande strage dei Filistei?».

14 31 In quel giorno essi sconfissero i Filistei da Mikmash ad Aijalon, ma il popolo era estenuato.

14 32 Così il popolo Si gettò sul bottino prese pecore, buoi e vitelli e li scannò a terra; e il popolo li mangiò col sangue.

14 33 Questo fu riferito a Saul e gli fu detto: «Ecco, il popolo pecca contro l'Eterno mangiando carne col sangue». Egli disse: «Voi avete commesso una trasgressione; rotolate subito qui da me una grande pietra».

14 34 Poi Saul ordinò: «Sparpagliatevi fra il popolo e ditegli: "Ognuno porti qui da me il suo bue e la sua pecora; scannateli qui e poi mangiate, ma non peccate contro l'Eterno mangiando carne con sangue!"». Così ognuno del popolo quella notte portò con sé il suo bue e lo scannò in quel luogo.

14 35 Saul edificò quindi un altare all'Eterno; questo fu il primo altare che egli edificò all'Eterno.

14 36 Poi Saul disse: «Scendiamo di notte a inseguire i Filistei e deprediamoli fino alla luce del mattino; e non lasciamo in vita uno solo di loro». Il popolo rispose: «Fa' tutto ciò che ti sembra bene». Allora il sacerdote disse: «Avviciniamoci a DIO qui».

14 37 Così Saul interrogò DIO: «Devo scendere a inseguire i Filistei? Li darai nelle mani d'Israele?». Ma DIO non gli diede alcuna risposta.

14 38 Saul allora disse: «Avvicinatevi qui voi tutti capi del popolo, e riconoscete e vedete quale sia stato il peccato oggi commesso,

14 39 perché, come è vero che l'Eterno, il salvatore d'Israele, vive anche se si trovasse in Gionathan mio figlio egli dovrà morire». Ma nessuno fra tutto il popolo gli rispose.

14 40 Allora egli disse a tutto Israele: «Voi state da una parte, e io e Gionathan mio figlio staremo dall'altra». Il popolo rispose a Saul: «Fa' ciò che ti sembra bene».

14 41 Perciò Saul disse all'Eterno: «DIO d'Israele da' la giusta risposta». Così furono designati Gionathan e Saul, e il popolo scampò.

14 42 Poi Saul disse: «Tirate a sorte fra me e Gionathan mio figlio». Così fu designato Gionathan.

14 43 Allora Saul disse a Gionathan: «Dimmi ciò che hai fatto». Gionathan gli dichiarò e disse: «Ho assaggiato un po' di miele con la punta del bastone che avevo in mano; eccomi, morirò»

14 44 Saul disse: «DIO faccia questo e anche peggio, perché tu certamente morirai, o Gionathan!».

14 45 Ma il popolo disse a Saul: «Dovrà Gionathan, che ha operato questa grande liberazione in Israele, morire? Non sia mai! Com'è vero che l'Eterno vive non cadrà in terra un sol capello del suo capo, perché oggi egli ha operato con DIO»! Così il popolo salvò Gionathan, ed egli non morì.

14 46 Poi Saul tornò dall'inseguimento dei Filistei e i Filistei fecero ritorno al loro paese.

14 47 Così Saul consolidò il regno su Israele e fece guerra a tutti i suoi nemici tutt'intorno: a Moab, ai figli di Ammon a Edom, ai re di Tsobah e ai Filistei; ovunque si volgeva, vinceva.

14 48 Compì imprese di valore, sconfisse gli Amalekiti e liberò Israele dalle mani di quelli che lo depredavano.

14 49 I figli di Saul erano: Gionathan, Jishui e Malkishuah; e le sue due figlie si chiamavano: la primogenita Merab, e la minore Mikal.

14 50 Il nome della moglie di Saul era Ahinoam, figlia di Ahimaaz. e il nome del capitano del suo esercito era Abner, figlio di Ner, zio di Saul.

14 51 Kish, padre di Saul, e Ner, padre di Abner, erano figli di Abiel.

14 52 Per tutta la vita di Saul vi fu una guerra spietata contro i Filistei; ogni uomo forte e ogni giovane valoroso che Saul vedeva, lo prendeva con sé.

15 1 Poi Samuele disse a Saul: «L'Eterno mi ha mandato per ungerti re sopra il suo popolo, sopra Israele; ora dunque ascolta le parole dell'Eterno.

15 2 Così dice l'Eterno degli eserciti: Io punirò Amalek per ciò che fece a Israele quando gli si oppose per via, mentre usciva dall'Egitto.

15 3 Ora va', colpisci Amalek e vota allo sterminio tutto ciò che gli appartiene senza avere alcuna pietà di lui ma uccidi uomini e donne, fanciulli e lattanti, buoi e pecore cammelli e asini».

15 4 Saul dunque convocò il popolo e lo passò in rassegna a Telaim: duecentomila fanti e diecimila uomini di Giuda.

15 5 Saul venne alla città di Amalek e tese un'imboscata nella valle.

15 6 Poi Saul disse ai Kenei: «Andatevene, ritiratevi, uscite fuori di mezzo agli Amalekiti, affinché non vi distrugga con loro, perché usaste clemenza verso tutti i figli d'Israele quando uscivano dall'Egitto». Così i Kenei si ritirarono di mezzo agli Amalekiti.

15 7 Saul sconfisse gli Amalekiti da Havilah fino a Shur, che è di fronte all'Egitto.

15 8 Egli prese vivo Agag, re degli Amalekiti, e votò allo sterminio tutto il popolo, passandolo a fil di spada.

15 9 Ma Saul e il popolo risparmiarono Agag e il meglio delle pecore e dei buoi, gli animali grassi, gli agnelli e tutto il meglio, rifiutandosi di votarli allo sterminio; ma votarono allo sterminio tutto ciò che era scadente e di nessun valore.

15 10 Allora la parola dell'Eterno fu rivolta a Samuele, dicendo:

15 11 «Io mi pento di aver costituito Saul re, perché si è allontanato da me e non ha eseguito i miei ordini». Samuele ne fu rattristato e gridò all'Eterno tutta la notte.

15 12 Al mattino presto Samuele si levò per andare incontro a Saul; ma vennero a dire a Samuele: «Saul è andato a Karmel, ed ecco che si è eretto un monumento; poi è tornato passando oltre, ed è sceso a Ghilgal».

15 13 Samuele allora si recò da Saul, e Saul gli disse: «Benedetto sii tu dall'Eterno! Io ho eseguito l'ordine dell'Eterno».

15 14 Ma Samuele disse: «Cos'è dunque questo belar di pecore che mi giunge agli orecchi e questo muggir di buoi che sento?».

15 15 Saul rispose: «Questi sono animali presi dagli Amalekiti, perché il popolo ha risparmiato il meglio delle pecore e dei buoi per farne dei sacrifici all'Eterno, il tuo DIO; il resto però l'abbiamo votato allo sterminio».

15 16 Allora Samuele disse a Saul: «Basta! Io ti annunzierò ciò che l'Eterno mi ha detto questa notte!». Saul gli disse: «Parla».

15 17 Così Samuele disse: «Non è forse vero che quando eri piccolo ai tuoi occhi sei diventato capo delle tribù d'Israele, e l'Eterno ti ha unto re d'Israele?

15 18 L'Eterno ti aveva dato una missione dicendo: "Va', vota allo sterminio quei peccatori degli Amalekiti e combatti contro di loro finché siano sterminati".

15 19 Perché dunque non hai ubbidito alla voce dell'Eterno, ma ti sei gettato sul bottino e hai fatto ciò che è male agli occhi dell'Eterno?».

15 20 Saul disse a Samuele: «Ma io ho ubbidito alla voce dell'Eterno, ho compiuto la missione che l'Eterno mi aveva affidato, ho riportato Agag, re di Amalek e ho votato allo sterminio gli Amalekiti.

15 21 Il popolo però ha preso le cose migliori che avrebbero dovuto essere sterminate, per farne sacrifici all'Eterno, il tuo DIO, a Ghilgal».

15 22 Samuele disse: «Gradisce forse l'Eterno gli olocausti e i sacrifici come l'ubbidire alla voce dell'Eterno? Ecco l'ubbidienza è migliore del sacrificio, e ascoltare attentamente è meglio del grasso dei montoni.

15 23 Poiché la ribellione è come il peccato di divinazione, e l'ostinatezza è come il culto agli idoli e agli dei domestici. Poiché hai rigettato la parola dell'Eterno anch'egli ti ha rigettato come re».

15 24 Allora Saul disse a Samuele: «Ho peccato per aver trasgredito il comando dell'Eterno e le tue parole, perché ho avuto paura del popolo e ho dato ascolto alla sua voce.

15 25 Ma ora, ti prego, perdona il mio peccato e ritorna con me, perché mi possa prostrare davanti all'Eterno».

15 26 Ma Samuele rispose a Saul. «Io non ritornerò con te, perché hai rigettato la parola dell'Eterno, e l'Eterno ha rigettato te, perché tu non sia più re sopra Israele».

15 27 Come Samuele si voltava per andarsene, Saul afferrò il lembo del suo mantello, che si strappò.

15 28 Allora Samuele gli disse: «L'Eterno oggi ha strappato da te il regno d'Israele e lo ha dato a un altro, che è migliore di te.

15 29 La Gloria d'Israele non mentirà e non si pentirà, perché egli non è un uomo a che si pente».

15 30 Allora Saul disse: «Ho peccato ma adesso onorami, ti prego, davanti agli anziani del mio popolo e davanti a Israele; ritorna con me, perché mi possa prostrare davanti all'Eterno, il tuo DIO».

15 31 Samuele dunque ritornò con Saul, e Saul si prostrò davanti all'Eterno.

15 32 Poi Samuele disse: «Portatemi Agag, re degli Amalekiti». Agag andò da lui di buon umore. Or Agag diceva: «Certamente l'amarezza della morte è passata».

15 33 Samuele gli disse: «Come la tua spada priva di figli le donne, così tua madre sarà privata del figlio fra le donne». Samuele quindi tagliò a pezzi Agag davanti all'Eterno a Ghilgal.

15 34 Poi Samuele andò a Ramah, e Saul salì a casa sua, a Ghibeah di Saul.

15 35 Samuele non andò più a vedere Saul fino al giorno della sua morte, perché Samuele faceva cordoglio per Saul; e l'Eterno si pentì di aver fatto Saul re d'Israele.

16 1 L'Eterno disse a Samuele: «Fino a quando farai cordoglio per Saul, mentre io l'ho rigettato perché non regni sopra Israele? Riempi il tuo corno di olio e va'; ti mando da Isai il Betlemita, perché mi sono scelto un re tra i suoi figli».

16 2 Samuele rispose: «Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà». L'Eterno disse: «Prenderai con te una giovenca e dirai: "Sono venuto per offrire un sacrificio all'Eterno".

16 3 Inviterai Isai al sacrificio, io ti indicherò ciò che dovrai fare, e tu mi ungerai colui che ti dirò».

16 4 Così Samuele fece quello che l'Eterno gli aveva detto e andò a Betlemme; gli anziani della città gli andarono incontro tremanti e gli dissero: «Vieni pacificamente?».

16 5 Egli rispose: «Vengo pacificamente; sono venuto ad offrire un sacrificio all'Eterno; purificatevi e venite con me al sacrificio». Fece anche purificare Isai e i suoi figli e li invitò al sacrificio.

16 6 Quando essi giunsero, egli posò lo sguardo su Eliab e disse: «Certamente l'unto dell'Eterno è davanti a lui».

16 7 Ma l'Eterno disse a Samuele: «Non badare al suo aspetto né all'altezza della sua statura, poiché io l'ho rifiutato, perché l'Eterno non vede come vede l'uomo; l'uomo infatti guarda all'apparenza, ma l'Eterno guarda al cuore».

16 8 Allora Isai chiamò Abinadab e lo fece passare davanti a Samuele; ma Samuele disse: «L'Eterno non si è scelto neppure questo».

16 9 Poi Isai fece passare Shammah, ma Samuele disse: «L'Eterno non si è scelto neppure questo».

16 10 Isai fece così passare sette dei suoi figli davanti a Samuele; ma Samuele disse ad Isai: «L'Eterno non ha scelto nessuno di questi».

16 11 Poi Samuele disse ad Isai: «Sono tutti qui i tuoi figli?». Egli rispose: «Rimane ancora il più giovane che ora si trova a pascolare le pecore». Samuele disse ad Isai: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che sia giunto qui».

16 12 Allora egli lo mandò a prendere or Davide era rossiccio, con begli occhi e un bell'aspetto. E l'Eterno disse a Samuele: «Levati, ungilo, perché è lui».

16 13 Allora Samuele prese il corno dell'olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli; da quel giorno in poi lo Spirito dell'Eterno investì Davide. Poi Samuele si levò e andò a Ramah.

16 14 Or lo Spirito dell'Eterno si era allontanato da Saul e un cattivo spirito da parte dell'Eterno lo terrorizzava.

16 15 I servi di Saul gli dissero: «Ecco, un cattivo spirito da parte di DIO ti turba.

16 16 Il nostro signore comandi dunque ai tuoi servi che ti stanno davanti di cercare un uomo che suoni bene l'arpa; quando poi il cattivo spirito da parte di DIO ti investirà, egli metterà mano all'arpa e tu starai bene».

16 17 Saul disse ai suoi servitori: «Trovatemi un uomo che suoni bene e fatelo venire da me».

16 18 Allora uno dei domestici prese a dire: «Ecco io ho veduto un figlio di Isai, il Betlemita, che sa suonare bene: è un uomo forte e valoroso, abile nel combattere, eloquente nel parlare e di bell'aspetto, e l'Eterno è con lui».

16 19 Saul dunque inviò dei messaggeri a Isai per dirgli: «Mandami tuo figlio Davide, che è col gregge».

16 20 Allora Isai prese un asino carico di pane, un otre di vino, un capretto e li mandò a Saul per mezzo di Davide suo figlio.

16 21 Davide arrivò da Saul e rimase al suo servizio; Saul si affezionò grandemente a lui ed egli divenne suo scudiero.

16 22 Saul mandò quindi a dire a Isai: «Ti prego, lascia Davide al mio servizio, perché ha trovato grazia ai miei occhi».

16 23 Ora, quando il cattivo spirito da parte di DIO investiva Saul, Davide prendeva l'arpa e la suonava con la mano; allora Saul si sentiva risollevato e stava meglio, e il cattivo spirito si allontanava da lui.

17 1 Or i Filistei radunarono le loro truppe per combattere; si radunarono a Sokoh, che appartiene a Giuda, e si accamparono fra Sokoh e Azekah, a Efes-Dammim.

17 2 Anche Saul e gli uomini d'Israele si radunarono e si accamparono nella valle del Terebinto, e si schierarono in battaglia contro i Filistei.

17 3 I Filistei stavano sul monte da una parte e Israele stava sul monte dall'altra parte, e fra di loro c'era la valle.

17 4 Dall'accampamento dei Filistei uscì un campione di nome Goliath, di Gath, alto sei cubiti e un palmo.

17 5 Aveva in testa un elmo di bronzo era vestito di una corazza a maglie, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo;

17 6 alle gambe portava gambiere di bronzo e un giavellotto di bronzo sospeso alle spalle.

17 7 L'asta della sua lancia era come un subbio di tessitore, e la punta della lancia pesava seicento sicli di ferro, davanti a lui camminava il suo scudiero.

17 8 Egli dunque si fermò e gridò alle schiere d'Israele, dicendo: «Perché siete usciti per schierarvi in ordine di battaglia? Non sono io un Filisteo e voi i servi di Saul? Sceglietevi un uomo che scenda contro di me.

17 9 Se sarà in grado di combattere con me e di uccidermi, noi saremo vostri servi ma se io sarò vincitore e lo ucciderò, voi sarete nostri servi e ci servirete».

17 10 Il Filisteo poi aggiunse: «Io lancio oggi una sfida alle schiere d'Israele: Datemi un uomo e ci batteremo!».

17 11 Quando Saul e tutto Israele udirono queste parole del Filisteo rimasero costernati ed ebbero grande paura.

17 12 Or Davide era figlio di quell'Efrateo di Betlemme di Giuda, di nome Isai, che aveva otto figli. Al tempo di Saul, quest'uomo era vecchio e avanzato negli anni.

17 13 I tre figli maggiori d'Isai erano andati in guerra al seguito di Saul; i nomi dei tre figli che erano andati in guerra erano: Eliab, il primogenito, Abinadab il secondo, e Shammah il terzo

17 14 Davide era il più giovane e i tre maggiori erano andati al seguito di Saul.

17 15 Davide invece andava e veniva da Saul per pascolare il gregge di suo padre a Betlemme.

17 16 Il Filisteo si faceva avanti mattina e sera, e continuò a presentarsi per quaranta giorni.

17 17 Or Isai disse a Davide, suo figlio: «Prendi per i tuoi fratelli un'efa di questo grano arrostito e questi dieci pani e portali in fretta ai tuoi fratelli nell'accampamento.

17 18 Porta anche queste dieci forme di formaggio al capitano del loro migliaio vedi come stanno i tuoi fratelli e riportami un pegno da parte loro.

17 19 Saul con i tuoi fratelli e tutti gli uomini d'Israele sono nella valle del Terebinto a combattere contro i Filistei».

17 20 Così Davide si alzò al mattino presto lasciò le pecore a un guardiano, prese il suo carico e partì come Isai gli aveva ordinato. Giunse al campo dei carri, quando l'esercito usciva per schierarsi in battaglia e lanciava il grido di guerra.

17 21 Israeliti e Filistei si erano schierati in ordine di battaglia, esercito contro esercito.

17 22 Davide, lasciato il suo carico nelle mani del guardiano dei bagagli, corse alle schiere di battaglia; giunto, chiese ai suoi fratelli come stavano.

17 23 Mentre parlava con loro, ecco uscire dalle schiere dei Filistei quel campione, il Filisteo di Gath, di nome Goliath, e ripetere le solite parole; e Davide le udì.

17 24 Tutti gli uomini d'Israele, alla vista di quell'uomo, fuggirono da lui ed ebbero grande paura.

17 25 Gli uomini d'Israele dicevano: «Avete visto quell'uomo che avanza? Egli avanza per sfidare Israele. Chiunque lo ucciderà, il re lo ricolmerà di grandi ricchezze, gli darà sua figlia ed esenterà da ogni tributo la casa di suo padre in Israele».

17 26 Allora Davide, rivolgendosi agli uomini che stavano vicino a lui, disse: «Che si farà all'uomo che ucciderà questo Filisteo e allontanerà la vergogna da Israele? Ma chi è mai questo Filisteo incirconciso, che osa insultare le schiere del DIO vivente?».

17 27 La gente gli rispose con le stesse parole, dicendo: «Così sarà fatto a colui che lo ucciderà».

17 28 Eliab, suo fratello maggiore lo sentì mentre parlava con quegli uomini, così Eliab si accese d'ira contro Davide e disse: «Perché sei sceso qui? A chi hai lasciato quelle poche pecore nel deserto? Io conosco il tuo orgoglio e la malignità del tuo cuore: sei sceso qui per vedere la battaglia?».

17 29 Davide rispose: «Che ho io fatto ora? Non era che una semplice domanda!».

17 30 Allontanandosi da lui, si rivolse a un altro e fece la stessa domanda; e la gente gli diede la stessa risposta di prima.

17 31 Come udirono le parole che Davide aveva detto, le riportarono a Saul, che lo mandò a chiamare.

17 32 Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d'animo a motivo di costui! Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo».

17 33 Saul disse a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo per batterti con lui, perché tu non sei che un ragazzo, mentre lui è un guerriero fin dalla sua giovinezza».

17 34 Ma Davide rispose a Saul: «Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre quando un leone o un orso veniva a portar via una pecora dal gregge,

17 35 io lo inseguivo, lo colpivo e la strappavo dalle sue fauci; se poi quello si rivoltava contro di me, io l'afferravo per la criniera, lo colpivo e l'ammazzavo

17 36 Si, il tuo servo ha ucciso il leone e l'orso; e questo incirconciso Filisteo sarà come uno di loro, perché ha insultato le schiere del DIO vivente».

17 37 Davide soggiunse: «L'Eterno che mi libera dalla zampa del leone e dalla zampa dell'orso, mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo». Allora Saul disse a Davide: «Va' e l'Eterno sia con te»

17 38 Poi Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece indossare la corazza.

17 39 Davide quindi cinse la spada di Saul sopra l'armatura e cercò di camminare, perché non vi era abituato. Ma Davide disse a Saul: «Io non posso camminare con questa armatura perché non ci sono abituato». Così Davide se la tolse di dosso.

17 40 Poi prese in mano il suo bastone, si scelse nel torrente cinque pietre lisce, le pose nella sacca da pastore, in un sacchetto che aveva; poi, con la sua fionda in mano, mosse contro il Filisteo.

17 41 Anche il Filisteo avanzò avvicinandosi sempre più a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva.

17 42 Il Filisteo guardava attentamente e, scorto Davide, lo disprezzò, perché era soltanto un giovane, rossiccio e di bell'aspetto.

17 43 Il Filisteo disse a Davide: «Sono io forse un cane, che tu vieni contro di me con dei bastoni?». E il Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dei.

17 44 Poi il Filisteo disse a Davide: «Vieni qui, e io darò la tua carne agli uccelli del cielo e alle bestie dei campi».

17 45 Allora Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e col giavellotto; ma io vengo a te nel nome dell'Eterno degli eserciti, il DIO delle schiere d'Israele che tu hai insultato.

17 46 Oggi stesso l'Eterno ti consegnerà nelle mie mani; e io ti abbatterò, ti taglierò la testa e darò oggi stesso i cadaveri dell'esercito dei Filistei agli uccelli del cielo e alle fiere della terra, affinché tutta la terra sappia che c'è un Dio in Israele.

17 47 Allora tutta questa moltitudine saprà che l'Eterno non salva per mezzo di spada né per mezzo di lancia; poiché l'esito della battaglia dipende dall'Eterno, ed egli vi darà nelle nostre mani».

17 48 Quando il Filisteo si mosse e si fece avanti per andare incontro a Davide anche Davide corse prontamente verso la linea di battaglia incontro al Filisteo;

17 49 mise la mano nella sacca, ne trasse fuori una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte; la pietra si conficcò nella fronte ed egli cadde con la faccia a terra.

17 50 Così Davide con una fionda e con una pietra vinse il Filisteo; e lo colpì e l'uccise benché Davide non avesse alcuna spada in mano.

17 51 Poi Davide corse, si gettò sul Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise troncandogli con essa la testa. Quando i Filistei videro che il loro eroe era morto, si diedero alla fuga.

17 52 Allora gli uomini d'Israele e di Giuda si levarono, alzando grida di guerra, e inseguirono i Filistei fino all'ingresso della valle e alle porte di Ekron. I Filistei feriti a morte caddero sulla via di Shaaraim, fino a Gath e a Ekron.

17 53 Quando i figli d'Israele ritonarono dall'inseguimento dei Filistei, saccheggiarono il loro accampamento.

17 54 Poi Davide prese la testa del Filisteo e la portò a Gerusalemme, ma le sue armi le ripose nella sua tenda.

17 55 Quando Saul aveva visto Davide uscire contro il Filisteo, aveva chiesto ad Abner, capo dell'esercito: «Abner di chi è figlio questo giovane?». Abner rispose: «Com'è vero che tu vivi, o re, non lo so».

17 56 Allora il re disse: «Informati di chi sia figlio questo ragazzo».

17 57 Quando Davide ritornò dall'uccisione del Filisteo, Abner lo prese e lo condusse davanti a Saul, mentre egli aveva ancora in mano la testa del Filisteo.

17 58 Saul gli disse: «Giovane, di chi sei figlio?». Davide rispose: «Sono figlio del tuo servo, Isai il Betlemita».

18 1 Quando ebbe finito di parlare a Saul, l'anima di Gionathan rimase legata all'anima di Davide, e Gionathan l'amò come l'anima sua.

18 2 Quel giorno Saul lo prese con sé e non gli permise più di ritornare a casa di suo padre.

18 3 Gionathan fece quindi un patto con Davide, perché lo amava come la sua anima.

18 4 Poi Gionathan si tolse il mantello che indossava e lo diede a Davide, e vi aggiunse pure le sue vesti, la sua spada, il suo arco e la sua cintura.

18 5 Davide andava ovunque Saul lo mandava e riusciva bene. Così Saul lo mise a capo degli uomini di guerra, ed era gradito a tutto il popolo e anche ai servi di Saul.

18 6 Al loro rientro, quando Davide tornava dall'uccisione del Filisteo, le donne uscirono da tutte le città d'Israele incontro al re Saul, cantando e danzando con tamburelli, con grida di gioia e con strumenti musicali.

18 7 Così le donne si rispondevano a vicenda cantando, e dicevano: «Saul ha ucciso i suoi mille, e Davide i suoi diecimila»

18 8 La cosa irritò grandemente Saul e quelle parole gli dispiacquero, e disse: «A Davide ne hanno attribuito diecimila e a me ne hanno attribuito solo mille. Ora non gli manca altro che il regno!».

18 9 Così Saul da quel giorno in poi guardò Davide con gelosia.

18 10 Il giorno dopo un cattivo spirito, da parte di DIO, s'impossessò di Saul che si comportava come un pazzo in mezzo alla casa, mentre Davide suonava l'arpa con la sua mano come gli altri giorni, e Saul aveva in mano la lancia.

18 11 Così Saul scagliò la lancia, dicendo: «Inchioderò Davide al muro!». Ma Davide schivò il colpo per due volte.

18 12 Saul aveva paura di Davide perché l'Eterno era con lui, mentre si era ritirato da Saul.

18 13 Perciò Saul lo allontanò da sé e lo fece capitano di mille uomini, ed egli andava e veniva alla testa del popolo.

18 14 Or Davide riusciva bene in tutte le sue imprese e l'Eterno era con lui.

18 15 Saul, vedendo che egli riusciva molto bene, aveva timore di lui;

18 16 ma tutto Israele e Giuda amavano Davide, perché andava e veniva alla loro testa.

18 17 Poi Saul disse a Davide: «Ecco Merab, la mia figlia maggiore; io te la darò in moglie; sii per me un figlio valoroso e combatti le battaglie dell'Eterno». Or Saul pensava: «Non sia la mia mano a colpirlo, ma sia la mano dei Filistei».

18 18 Ma Davide rispose a Saul: «Chi sono io e cosa è la vita mia e la famiglia di mio padre in Israele, perché io divenga genero del re?».

18 19 Or avvenne che, quando venne il momento di dare Merab, figlia di Saul, a Davide, essa fu data in moglie ad Adriel, il Meholathita.

18 20 Ma Mikal, figlia di Saul, amava Davide; lo riferirono a Saul e la cosa gli piacque.

18 21 Così Saul pensò: «Gliela darò, perché sia per lui un laccio e perché egli cada sotto la mano dei Filistei». Saul dunque disse a Davide una seconda volta: «Oggi puoi diventare mio genero».

18 22 Poi Saul ordinò ai suoi servi: «Parlate in segreto a Davide e ditegli: "Ecco, il re è soddisfatto di te e tutti i suoi servi ti amano, diventa dunque il genero del re"»

18 23 I servi di Saul riportarono queste parole a Davide. Ma Davide rispose: «Vi pare piccola cosa diventare genero del re? Io sono un uomo povero e di bassa condizione».

18 24 I servi riferirono a Saul: «Davide ha risposto in questo modo».

18 25 Allora Saul disse: «Direte così a Davide: "Il re non desidera alcuna dote ma cento prepuzi dei Filistei, per fare vendetta sui nemici del re"». Or Saul complottava di far morire Davide per mezzo dei Filistei.

18 26 Quando i servi riferirono a Davide queste parole, parve bene a Davide di diventare genero del re. I giorni fissati non erano ancora trascorsi,

18 27 quando Davide si levò e partì con i suoi uomini e uccise duecento uomini dei Filistei. Poi Davide portò i loro prepuzi e li consegnò in numero esatto al re per diventare suo genero. Allora Saul gli diede sua figlia Mikal in moglie

18 28 Così Saul vide e comprese che l'Eterno era con Davide; e Mikal, figlia di Saul, lo amava.

18 29 Saul ebbe ancora più paura di Davide e rimase nemico di Davide tutti i giorni che visse.

18 30 Poi i principi dei Filistei uscirono a combattere ma, ogni volta che uscivano Davide riusciva meglio di tutti i servi di Saul; così il suo nome divenne molto famoso.

19 1 Saul parlò a suo figlio Gionathan e a tutti i suoi servi di fare morire Davide. Ma Gionathan, figlio di Saul, nutriva un grande affetto per Davide.

19 2 Così Gionathan informò Davide, dicendo: «Saul mio padre, cerca di farti morire; perciò domani mattina fa' attenzione, rimani in un luogo segreto e nasconditi.

19 3 Io uscirò e starò accanto a mio padre nel campo dove ti trovi tu, e parlerò di te a mio padre. Vedrò che cosa succede e te lo farò sapere».

19 4 Gionathan dunque parlò a Saul suo padre in favore di Davide e gli disse: «Non pecchi il re contro il suo servo contro Davide, perché egli non ha peccato contro di te, e perché le sue imprese ti sono state di grande utilità.

19 5 Egli ha esposto la propria vita al pericolo, quando ha ucciso il Filisteo, e l'Eterno ha operato una grande liberazione per tutto Israele. Tu hai visto e ti sei rallegrato; perché dunque peccheresti contro il sangue innocente, facendo morire Davide senza motivo?».

19 6 Saul diede ascolto alla voce di Gionathan e giurò: «Com'è vero che l'Eterno vive, egli non morirà!».

19 7 Allora Gionathan chiamò Davide e gli riferì tutte queste cose. Poi Gionathan ricondusse Davide da Saul, ed egli rimase al suo servizio come prima.

19 8 Cominciò di nuovo la guerra; così Davide uscì a combattere contro i Filistei e inflisse loro una grave sconfitta, ed essi si diedero alla fuga davanti a lui.

19 9 Ma un cattivo spirito da parte dell'Eterno, s'impossessò di Saul mentre stava in casa sua con la sua lancia in mano, e Davide stava suonando l'arpa con la mano.

19 10 Saul cercò d'inchiodare Davide al muro con la lancia, ma Davide fuggì davanti a Saul, ed egli conficcò la lancia nel muro. Davide fuggì e si mise in salvo quella stessa notte.

19 11 Saul allora inviò messaggeri a casa di Davide per sorvegliarlo e ucciderlo il mattino dopo; ma Mikal, moglie di Davide, lo avvertì della cosa, dicendo: «Se non ti metti in salvo questa notte, domani sarai morto».

19 12 Così Mikal calò Davide dalla finestra; ed egli se ne andò, fuggì e si mise in salvo.

19 13 Poi Mikal prese l'idolo di casa e lo pose nel letto; al posto del capo mise una coltre di pelo di capra e la coperse con un panno.

19 14 Quando Saul inviò i messaggeri a prendere Davide, ella disse: «E' malato».

19 15 Allora Saul inviò di nuovo i messaggeri a vedere Davide e disse loro: «Portatemelo nel letto, perché io lo faccia morire».

19 16 Quando i messaggeri arrivarono, ecco che nel letto c'era l'idolo di casa con una coltre di pelo di capra al posto del capo.

19 17 Allora Saul disse a Mikal: «Perché mi hai ingannato in questo modo e hai fatto fuggire il mio nemico, permettendogli di mettersi in salvo?». Mikal rispose a Saul: «Egli mi ha detto: "Lasciami andare, altrimenti ti uccido"».

19 18 Davide dunque fuggì e si mise in salvo; andò da Samuele a Ramah e gli raccontò tutto ciò che Saul gli aveva fatto. Poi lui e Samuele andarono a stare a Naioth.

19 19 La cosa fu riferita a Saul: «Ecco, Davide è a Naioth di Ramah».

19 20 Allora Saul inviò messaggeri per prendere Davide; ma quando essi videro l'assemblea dei profeti che profetizzavano, con Samuele che teneva la presidenza, lo Spirito di DIO investì i messaggeri di Saul che si misero anch'essi a profetizzare.

19 21 Riferirono la cosa a Saul, che inviò altri messaggeri, i quali pure si misero a profetizzare. Saul mandò di nuovo messaggeri per la terza volta, e anche questi si misero a profetizzare.

19 22 Allora si recò egli stesso a Ramah e giunto alla grande cisterna che è a Seku, chiese: «Dove sono Samuele e Davide?». Qualcuno gli rispose: «Ecco, sono a Naioth di Ramah».

19 23 Così egli andò là a Naioth di Ramah ma lo Spirito di DIO investì anche lui ed egli continuò il suo viaggio profetizzando, finché giunse a Naioth di Ramah.

19 24 Anch'egli si spogliò delle sue vesti, e anch'egli profetizzò davanti a Samuele e rimase sdraiato nudo per terra tutto quel giorno e tutta quella notte. Per questo si dice: «E' anche Saul tra i profeti?».

20 1 Davide fuggì da Naioth di Ramah, si recò da Gionathan e gli disse: «Che cosa ho fatto? Qual è la mia colpa e qual è il mio peccato verso tuo padre, perché egli cerchi la mia vita?».

20 2 Gionathan gli rispose: «Non sia mai! Tu non morrai; ecco, mio padre non fa cosa alcuna, grande o piccola, senza farmelo sapere. Perché mio padre mi avrebbe nascosto questa cosa? Non è possibile».

20 3 Davide giurò nuovamente e disse: «Tuo padre sa certamente che io ho trovato grazia ai tuoi occhi e avrà detto "Gionathan non sappia questo, perché non si affligga". Ma com'è vero che l'Eterno vive e che vive l'anima tua, fra me e la morte c'è solo un passo».

20 4 Gionathan disse a Davide: «Qualunque cosa tu chieda, io la farò per te».

20 5 Davide rispose a Gionathan: «Ecco, domani è la luna nuova e io dovrei sedere a tavola con il re, ma tu lasciami andare e io mi nasconderò per la campagna fino alla sera del terzo giorno.

20 6 Se tuo padre nota la mia assenza, tu gli dirai: "Davide mi ha pregato con insistenza di poter fare una scappata fino a Betlemme, sua città, perché vi si celebra il sacrificio annuale per tutta la sua famiglia".

20 7 Se dirà: "Va bene", il tuo servo sarà salvo. Se invece si adira, sappi che ha deciso di farmi del male.

20 8 Usa dunque misericordia col tuo servo, perché hai fatto entrare il tuo servo in un patto dell'Eterno con te; ma se vi è in me qualche colpa uccidimi tu. Perché dovresti condurmi da tuo padre?».

20 9 Gionathan disse: «Lungi da te questo! Se io sapessi che mio padre ha deciso di farti del male, non te lo farei sapere?».

20 10 Davide disse a Gionathan: «Chi mi avvertirà se tuo padre ti risponde duramente?».

20 11 Gionathan disse a Davide: «Vieni, andiamo fuori in campagna!». Così entrambi andarono fuori in campagna.

20 12 Allora Gionathan disse a Davide: «L'Eterno, il DIO d'Israele, mi sia testimone! Quando domani o dopodomani, a quest'ora, indagherò sulle intenzioni di mio padre, se egli è ben disposto verso Davide, e io non mando ad avvisarti,

20 13 l'Eterno faccia questo a Gionathan e anche peggio. Se invece mio padre intende farti del male, ti farò avvertire e ti lascerò partire perché te ne vada in pace; e l'Eterno sia con te, com'è stato con mio padre!

20 14 Finché sarò in vita, non mi userai tu la bontà dell'Eterno, perché non sia ucciso?

20 15 Ma non cesserai mai di usare bontà verso la mia casa, neppur quando l'Eterno avrà sterminato dalla faccia della terra tutti quanti i nemici di Davide».

20 16 Così Gionathan fece un patto con la casa di Davide, dicendo: «L'Eterno chieda conto del sangue ai nemici di Davide!».

20 17 Per l'amore che gli portava, Gionathan fece di nuovo giurare Davide perché egli lo amava come la sua anima.

20 18 Poi Gionathan gli disse: «Domani è la nuova luna e la tua assenza sarà notata, perché il tuo posto sarà vuoto.

20 19 Lascerai passare tre giorni, poi scenderai in fretta e ti recherai al luogo dove ti sei nascosto il giorno del fatto, e rimarrai presso la pietra di Ezel.

20 20 Io tirerò tre frecce a fianco di essa, come se tirassi al bersaglio.

20 21 Poi manderò un ragazzo, dicendo: "Va' a cercare le frecce". Se dico al ragazzo: "Guarda, le frecce sono di qua da te, prendile!", allora vieni perché, come l'Eterno vive, va bene per te e non c'è alcun pericolo.

20 22 Se invece dico al giovane: "Guarda, le frecce sono di là da te", allora vattene, perché l'Eterno ti fa partire.

20 23 Riguardo poi alle cose di cui io e tu abbiamo parlato, ecco l'Eterno sia testimone fra me e te per sempre».

20 24 Così Davide si nascose nel campo quando arrivò la luna nuova il re si mise a sedere per prendere cibo.

20 25 Il re si pose a sedere sulla sua sedia come le altre volte, sulla sedia vicina al muro; Gionathan si pose a sedere di fronte. Abner si sedette accanto a Saul ma il posto di Davide rimase vuoto.

20 26 Tuttavia Saul non disse nulla quel giorno, perché pensava: «Gli è successo qualcosa; non sarà puro; certamente egli non è puro».

20 27 Ma il giorno dopo, il secondo giorno della luna nuova, il posto di Davide era ancora vuoto. Allora Saul disse a Gionathan, suo figlio: «Perché il figlio di Isai non è venuto a mangiare né ieri né oggi?».

20 28 Gionathan rispose a Saul: «Davide mi ha chiesto con insistenza di lasciarlo andare a Betlemme;

20 29 e ha detto: "Ti prego, lasciami andare, perché abbiamo in città un sacrificio di famiglia, e mio fratello mi ha imposto di andarvi; ora dunque, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, ti prego lasciami fare una scappata per vedere i miei fratelli". Per questo non è venuto alla mensa del re».

20 30 Allora l'ira di Saul si accese contro Gionathan, e gli disse: «Figlio perverso e ribelle, non so io forse che tieni le parti del figlio di Isai, a tua vergogna e a vergogna della nudità di tua madre?

20 31 Poiché fino a quando il figlio di Isai vivrà sulla terra, non vi sarà stabilità né per te né per il tuo regno. Manda dunque a prenderlo e conducilo da me, perché deve morire».

20 32 Gionathan rispose a Saul suo padre e gli disse: «Perché dovrebbe morire? Che ha fatto?».

20 33 Allora Saul scagliò la lancia contro di lui per ucciderlo. Gionathan comprese quindi che l'uccisione di Davide era cosa decisa da parte di suo padre.

20 34 Così Gionathan si alzò da tavola acceso d'ira e non mangiò nulla nel secondo giorno della luna nuova, poiché era addolorato per Davide, perché suo padre l'aveva trattato in modo vergognoso.

20 35 Il mattino dopo, Gionathan uscì in campagna al luogo fissato con Davide, avendo con sé un ragazzo.

20 36 Egli disse al ragazzo: «Corri a cercare le frecce che tiro». Come il ragazzo correva, tirò una freccia che lo oltrepassò.

20 37 Quando il ragazzo giunse sul luogo dove si trovava la freccia che Gionathan aveva tirato, Gionathan gli gridò dietro: «La freccia non è forse oltre te?».

20 38 Poi Gionathan gridò ancora al ragazzo: «Fa' in fretta, sbrigati, non fermarti!». Così il ragazzo di Gionathan raccolse le frecce e tornò dal suo padrone.

20 39 Ma il ragazzo non sapeva nulla; solo Gionathan e Davide sapevano di che si trattasse.

20 40 Gionathan diede quindi le sue armi al suo ragazzo e gli disse: «Va' portale in città».

20 41 Appena il ragazzo se ne fu andato, Davide si alzò dal lato meridionale si gettò con la faccia a terra e si prostrò tre volte; poi i due si baciarono l'un l'altro e piansero insieme; ma Davide pianse di più.

20 42 Poi Gionathan disse a Davide: «Va' in pace, ora che noi due abbiamo giurato nel nome dell'Eterno: l'Eterno sia testimone fra me e te e fra la mia discendenza e la tua discendenza per sempre». Quindi Davide si levò e se ne andò, e Gionathan tornò in città.

21 1 Poi Davide andò a Nob dal sacerdote Ahimelek; Ahimelek andò incontro a Davide tutto tremante e gli disse: «Perché sei solo e non c'è nessuno con te?».

21 2 Davide rispose al sacerdote Ahimelek: «Il re mi ha comandato una certa cosa e mi ha detto: "Nessuno sappia niente della cosa per la quale ti mando e di ciò che ti ho comandato". I miei uomini invece li ho indirizzati nel tal luogo.

21 3 E ora che cosa hai sotto mano? Dammi cinque pani o qualunque cosa tu abbia».

21 4 Il sacerdote rispose a Davide dicendo: «Non ho pane comune sotto mano, c'è solo del pane consacrato, a condizione che i tuoi uomini si siano almeno astenuti da donne».

21 5 Davide rispose al sacerdote: «Siamo rimasti senza donne da quando sono partito, tre giorni fa; i vasi poi dei miei uomini sono puri; e il pane in effetti è comune, anche se oggi è stato santificato nei vasi».

21 6 Così il sacerdote gli diede il pane consacrato perché là non c'era altro pane che quello della presentazione, che era stato tolto dalla presenza dell'Eterno, per mettervi invece del pane caldo nel momento in cui si toglie.

21 7 In quel giorno, c'era là un uomo dei servi di Saul, trattenuto davanti all'Eterno; si chiamava Doeg, l'Edomita, il capo dei pastori di Saul.

21 8 Davide disse ad Ahimelek: «Non hai per caso sotto mano una lancia o una spada? Poiché non ho preso con me né la mia spada né le mie armi, perché l'incarico del re era urgente».

21 9 Il sacerdote rispose: «C'è la spada di Goliath il Filisteo, che tu uccidesti nella valle del Terebinto; è là dietro l'efod, avvolta in un panno; se la vuoi prendere, prendila, perché qui non ve n'è altra all'infuori di questa». Davide disse: «Nessuna è pari a quella; dammela!».

21 10 Quel giorno Davide si levò e fuggì dalla presenza di Saul, e andò da Akish, re di Gath.

21 11 I servi di Akish gli dissero: «Non è costui Davide, il re del paese? Non è di costui che cantavano in coro nelle danze, dicendo: "Saul ha ucciso i suoi mille e Davide i suoi diecimila?».

21 12 Davide ritenne in cuore queste parole, ed ebbe grande paura di Akish, re di Gath.

21 13 Così cambiò il suo modo di agire davanti a loro e nelle loro mani si fingeva pazzo: tracciava sgorbi sui battenti delle porte e lasciava scorrer la saliva sulla barba.

21 14 Allora Akish disse ai suoi servi: «Ecco, vedete, costui è pazzo; perché me lo avete condotto?

21 15 Mi mancano forse dei pazzi, che mi conducete questo tale a fare il pazzo in mia presenza? Costui non entrerà in casa mia!».

22 1 Poi Davide partì di là e si rifugiò nella caverna di Adullam; quando i suoi fratelli e tutta la casa di suo padre lo seppero, scesero laggiù da lui.

22 2 E tutti quelli che erano in difficoltà, che avevano debiti o che erano scontenti si radunarono presso di lui, ed egli divenne loro capo. C'erano con lui circa quattrocento uomini.

22 3 Di là Davide andò a Mitspah di Moab e disse al re di Moab: «Deh permetti che mio padre e mia madre vengano a stare con voi, finché io sappia ciò che DIO farà per me».

22 4 Così egli li condusse davanti al re di Moab, ed essi rimasero con lui tutto il tempo che Davide fu nella fortezza.

22 5 Poi il profeta Gad disse a Davide: «Non rimanere più nella fortezza, ma parti e va' nel paese di Giuda». Davide allora partì e andò nella foresta di Hereth.

22 6 Quando Saul venne a sapere che Davide e gli uomini che erano con lui erano stati scoperti (Saul si trovava allora a Ghibeah sotto il tamerisco in Ramah con la sua lancia in mano, e tutti i suoi servi lo attorniavano),

22 7 Saul disse ai servi che gli stavano intorno. «Ascoltate ora, Beniaminiti! Il figlio di Isai darà a ciascuno di voi campi e vigne? Vi farà tutti capi di migliaia e capi di centinaia?

22 8 Tutti voi avete congiurato contro di me e non c'è alcuno che mi abbia informato del patto che mio figlio ha fatto col figlio di Isai; e non c'è alcuno di voi che sia spiacente per me e m'informi che mio figlio ha sollevato contro di me il mio servo per tendermi insidie come fa oggi?».

22 9 Rispose allora Doeg, l'Idumeo, che era preposto ai servi di Saul e disse: «Io ho visto il figlio di Isai quando venne a Nob da Ahimelek, figlio di Ahitub;

22 10 questi ha consultato l'Eterno per lui gli ha dato dei viveri e gli ha consegnato la spada di Goliath il Filisteo»

22 11 Allora il re mandò a chiamare il sacerdote Ahimelek, figlio di Ahitub, e tutta la casa di suo padre, i sacerdoti che erano a Nob; ed essi vennero tutti dal re.

22 12 Saul disse: «Ora ascolta, o figlio di Ahitub!» Egli rispose: «Eccomi, o mio signore».

22 13 Saul gli disse: «Perché tu e il figlio di Isai avete congiurato contro di me, in quanto gli hai dato pane e una spada, e hai consultato DIO per lui, affinché insorga contro di me e mi tenda insidie come fa oggi?».

22 14 Allora Ahimelek rispose al re, dicendo: «E fra tutti i tuoi servi chi è fedele come Davide, genero del re, pronto al tuo comando e onorato nella tua casa?

22 15 E' forse oggi che io ho cominciato a consultare DIO per lui? Non sia mai. Non imputi il re nulla del genere al suo servo o ad alcuno della casa di mio padre perché il tuo servo non sapeva nulla di tutto questo, né poco né molto».

22 16 Il re disse: «Tu certamente morrai, Ahimelek, tu e tutta la casa di tuo padre!».

22 17 Allora il re ordinò alle guardie che lo attorniavano: «Volgetevi e uccidete i sacerdoti dell'Eterno, perché sono anch'essi dalla parte di Davide e perché sapevano che egli era fuggito, ma non mi hanno avvertito». Ma i servi del re non vollero stendere le mani per colpire i sacerdoti dell'Eterno.

22 18 Allora il re disse a Doeg: «Volgiti tu e colpisci i sacerdoti!». Così Doeg l'Idumeo si volse e colpì i sacerdoti, e uccise in quel giorno ottantacinque persone che portavano l'efod di lino.

22 19 Saul passò pure a fil di spada Nob, la città dei sacerdoti, uomini, donne, fanciulli, bambini di latte, buoi, asini e pecore, egli passò tutti a fil di spada.

22 20 Tuttavia uno dei figli di Ahimelek, figlio di Ahitub, di nome Abiathar, scampò e si rifugiò presso Davide.

22 21 Abiathar riferì a Davide che Saul aveva ucciso i sacerdoti dell'Eterno.

22 22 Davide disse ad Abiathar: «Io sapevo bene in quel giorno che Doeg l'Idumeo là presente, avrebbe senza dubbio avvertito Saul. Sono io la causa della morte di tutte le persone della casa di tuo padre.

22 23 Rimani con me, non temere; chi cerca la mia vita cerca la tua, ma con me starai al sicuro».

23 1 Poi riferirono a Davide: «Ecco i, Filistei stanno combattendo contro Keilah e saccheggiano le aie».

23 2 Così Davide consultò l'Eterno, dicendo: «Andrò io a sconfiggere questi Filistei?». L'Eterno rispose a Davide: «Va' Sconfiggi i Filistei e salva Keilah».

23 3 Ma gli uomini di Davide gli dissero «Ecco, noi siamo già pieni di paura qui in Giuda, che sarà poi se andiamo a Keilah contro le schiere dei Filistei?».

23 4 Davide consultò di nuovo l'Eterno, e l'Eterno gli rispose e gli disse: «Levati scendi a Keilah, perché io darò i Filistei nelle tue mani».

23 5 Allora Davide andò con i suoi uomini a Keilah, combattè contro i Filistei, portò via il loro bestiame e compì in mezzo a loro una grande strage. Così Davide liberò gli abitanti di Keilah.

23 6 Quando Abiathar, figlio di Ahimelek, si rifugiò presso Davide a Keilah, portò con se l'efod.

23 7 Saul fu informato che Davide era giunto a Keilah. Allora Saul disse: «DIO lo ha consegnato nelle mie mani, perché è andato a rinchiudersi in una città che ha porte e sbarre».

23 8 Saul dunque convocò tutto il popolo per la guerra, per scendere a Keilah e stringere d'assedio Davide e i suoi uomini.

23 9 Quando Davide venne a sapere che Saul macchinava del male contro di lui, disse al sacerdote Abiathar: «Porta qui l'efod».

23 10 Davide quindi disse: «O Eterno, DIO d'Israele, il tuo servo ha chiaramente sentito che Saul cerca di venire a Keilah per distruggere la città per causa mia.

23 11 I capi di Keilah mi consegneranno nelle sue mani? Scenderà Saul come il tuo servo ha inteso dire? O Eterno, DIO d'Israele, deh, fallo sapere al tuo servo!». L'Eterno rispose: «Scenderà».

23 12 Davide chiese ancora: «I capi di Keilah consegneranno me e i miei uomini nelle mani di Saul?». L'Eterno rispose: «Vi consegneranno».

23 13 Allora Davide e i suoi uomini, circa seicento, si levarono, uscirono da Keilah e andarono vagando qua e là. Come Saul fu avvertito che Davide era fuggito da Keilah, rinunziò alla sua spedizione.

23 14 Davide dimorò in roccaforti nel deserto e rimase nella regione montuosa del deserto di Zif. Saul lo cercava continuamente, ma DIO non glielo consegnò nelle mani.

23 15 Or Davide, sapendo che Saul si era mosso per togliergli la vita, rimase nel deserto di Zif, nella foresta.

23 16 Allora Gionathan, figlio di Saul, si levò e si recò da Davide nella foresta, e l'aiutò a trovare forza in DIO.

23 17 Gli disse quindi: «Non temere, perché Saul, mio padre, non riuscirà a metterti le mani addosso: tu regnerai sopra Israele e io sarò il secondo dopo di te. Lo stesso Saul mio padre sa questo».

23 18 Così i due fecero un patto davanti all'Eterno; quindi Davide rimase nella foresta, mentre Gionathan andò a casa sua.

23 19 Poi gli Zifei salirono da Saul a Ghibeah e gli dissero: «Davide non sta nascosto fra noi in roccaforti nella foresta sul colle di Hakilah che è a sud del deserto?

23 20 Perciò, o re, scendi, perché tutto il desiderio della tua anima è di scendere; ci penseremo noi a consegnarlo nelle mani del re».

23 21 Saul disse: «Siate benedetti dall'Eterno, perché avete avuto pietà di me,

23 22 Andate, vi prego, e accertatevi meglio per conoscere e vedere il luogo dove si rifugia, e chi lo ha visto là perché mi si dice che egli è molto astuto.

23 23 Cercate di conoscere tutti i nascondigli dove si rifugia; poi tornate da me con notizie sicure e io andrò con voi. Così se egli è nel paese, io lo cercherò fra tutte le migliaia di Giuda».

23 24 Allora essi si levarono e andarono a Zif davanti a Saul; ma Davide e i suoi erano nel deserto di Maon, nell'Arabah a sud del deserto.

23 25 Quando Saul e i suoi uomini andarono a cercarlo, Davide fu avvertito, perciò egli scese alla roccia e rimase nel deserto di Maon. Quando Saul lo seppe diede la caccia a Davide nel deserto di Maon.

23 26 Saul camminava su un fianco del monte mentre Davide con i suoi uomini camminava sull'altro fianco. Come Davide affrettava la marcia per sfuggire a Saul, mentre Saul e i suoi uomini stavano accerchiando Davide e i suoi uomini per prenderli,

23 27 arrivò da Saul un messaggero che disse: «Affrettati a venire, perché i Filistei hanno invaso il paese».

23 28 Così Saul cessò di inseguire Davide e andò ad affrontare i Filistei, perciò quel luogo fu chiamato la "roccia della divisione"

23 29 Poi Davide di là salì per stabilirsi nelle roccaforti di En-Ghedi.

24 1 Quando Saul ritornò dall'inseguimento dei Filistei, gli riferirono: «Ecco, Davide è nel deserto di En-Ghedi».

24 2 Allora Saul prese tremila uomini scelti da tutto Israele e andò a cercare Davide e i suoi uomini di fronte alle rocce delle capre selvatiche.

24 3 Arrivato ai recinti di pecore lungo la strada, dove c'era una caverna, Saul vi entrò per fare un bisogno naturale. (Or Davide e i suoi uomini se ne stavano in fondo alla caverna).

24 4 Gli uomini di Davide gli dissero: «Questo è il giorno in cui l'Eterno ti dice: "Ecco, io ti consegno nelle mani il tuo nemico; fa' di lui quello che ti piace"». Allora Davide si alzò e, senza farsi notare, tagliò il lembo del mantello di Saul.

24 5 Ma dopo ciò a Davide battè il cuore, perché aveva tagliato il lembo del mantello di Saul.

24 6 Così disse ai suoi uomini: «Mi guardi l'Eterno dal fare questa cosa al mio signore, all'unto dell'Eterno, dallo stendere la mia mano contro di lui, perché è l'unto dell'Eterno».

24 7 Con queste parole Davide trattenne i suoi uomini e non permise loro di scagliarsi contro Saul. Quindi Saul si levò, uscì dalla caverna e continuò il suo cammino.

24 8 Dopo ciò anche Davide si levò, uscì dalla caverna e gridò a Saul, dicendo: «O re, mio signore!». Allora Saul si voltò indietro, e Davide si abbassò con la faccia a terra e si prostrò.

24 9 Davide disse a Saul: «Perché dai ascolto alle parole della gente che dice "Davide cerca di farti del male"?

24 10 Ecco, quest'oggi i tuoi occhi hanno visto che oggi l'Eterno ti aveva consegnato nelle mie mani in quella caverna qualcuno mi disse di ucciderti, ma io ti ho risparmiato e ho detto: "Non stenderò la mia mano contro il mio signore perché è l'unto dell'Eterno".

24 11 Inoltre, padre mio, guarda; si, guarda nella mia mano il lembo del tuo mantello. Se ho tagliato il lembo del tuo mantello e non ti ho ucciso, puoi capire e renderti conto che non vi è nelle mie azioni né malvagità né ribellione e non ho peccato contro di te; ma tu mi tendi insidie per togliermi la vita!

24 12 L'Eterno faccia giustizia fra me e te e l'Eterno mi vendichi di te; ma io non stenderò la mia mano contro di te.

24 13 Come dice il proverbio degli antichi: "La malvagità viene dai malvagi". Ma io non stenderò la mia mano contro di te.

24 14 Contro chi è uscito il re d'Israele? Chi stai perseguitando? Un cane morto una pulce?

24 15 L'Eterno sia giudice e faccia giustizia fra me e te; possa egli vedere e difendere la mia causa, e farmi giustizia, liberandomi dalle tue mani».

24 16 Quando Davide finì di dire queste parole a Saul, Saul disse: «E' questa la tua voce, figlio mio Davide?». E Saul alzò la voce e pianse.

24 17 Poi disse a Davide: «Tu sei più giusto di me, perché tu mi hai reso del bene, mentre io ti ho reso del male.

24 18 Tu oggi hai mostrato di esserti comportato bene con me, perché l'Eterno mi aveva dato nelle tue mani, ma tu non mi hai ucciso.

24 19 Quando mai un uomo incontra il suo nemico e lo lascia andare in pace? Ti renda dunque l'Eterno del bene, per quanto oggi mi hai fatto.

24 20 Ora so per certo che tu regnerai e che il regno d'Israele sarà reso stabile nelle tue mani.

24 21 Perciò giurami per l'Eterno che non sopprimerai i miei discendenti dopo di me e che non cancellerai il mio nome dalla casa di mio padre».

24 22 Davide lo giurò a Saul. Poi Saul andò a casa sua, mentre Davide e i suoi uomini salirono alla roccaforte.

25 1 Poi Samuele morì, e tutto Israele si radunò e lo pianse; lo seppellirono quindi nella sua casa a Ramah. Allora Davide si levò e scese al deserto di Paran.

25 2 A Maon c'era un uomo, che aveva le sue proprietà a Karmel, quest'uomo era molto ricco: aveva tremila pecore e mille capre, e si trovava a Karmel per tosare le sue pecore.

25 3 Quest'uomo si chiamava Nabal e sua moglie Abigail; lei era una donna di buon senso e di bell'aspetto, ma l'uomo era duro e malvagio nel suo operare; egli discendeva da Caleb.

25 4 Quando Davide seppe nel deserto che Nabal stava tosando le sue pecore,

25 5 mandò dieci giovani; Davide disse ai giovani: «Salite a Karmel. andate da Nabal e chiedetegli a nome mio se sta bene,

25 6 e dite così: "Salute! Pace a te, pace alla tua casa e pace a tutto ciò che ti appartiene!

25 7 Ho saputo che tu hai i tosatori, quando i tuoi pastori erano con noi, non abbiamo fatto loro alcun male e nulla è mancato loro durante tutto il tempo che sono stati a Karmel.

25 8 Interroga i tuoi servi e te lo diranno. Possano questi giovani trovare grazia ai tuoi occhi, perché siamo venuti in un giorno di gioia; da', ti prego, ai tuoi servi al tuo figlio Davide ciò che hai a porta di mano"».

25 9 Così i giovani di Davide andarono e riferirono a Nabal tutte queste parole in nome di Davide, poi attesero.

25 10 Ma Nabal rispose ai servi di Davide dicendo: «Chi è Davide e chi è il figlio di Isai? Oggi sono molti i servi che si allontanano dai loro padroni.

25 11 Prenderò dunque il mio pane la mia acqua e la carne degli animali da me uccisi per i miei tosatori, per darli a gente che non so da dove venga?».

25 12 Così i giovani di Davide ripresero la loro strada, tornarono indietro e andarono a riferire tutte queste parole.

25 13 Allora Davide disse ai suoi uomini: «Ognuno si cinga la spada». Così ognuno cinse la propria spada e anche Davide cinse la sua spada; circa quattrocento uomini salirono dietro a Davide e duecento rimasero presso i bagagli.

25 14 Ma uno dei servi avvertì Abigail, la moglie di Nabal dicendole: «Ecco Davide ha inviato messaggeri dal deserto per salutare il nostro padrone, ma egli li ha insultati.

25 15 Eppure questi uomini sono stati molto buoni verso di noi; non abbiamo ricevuto alcun male e non ci è mancato nulla durante tutto il tempo in cui abbiamo girovagato con loro quando eravamo in campagna.

25 16 Essi sono stati per noi un muro di protezione notte e giorno per tutto il tempo in cui siamo stati con loro pascolando il gregge.

25 17 Sappi e vedi ciò che devi fare. perché accadrà qualche sventura al nostro padrone e a tutta la sua casa; egli è un uomo così malvagio, che non gli si può parlare».

25 18 Allora Abigail prese in fretta duecento pani, due otri di vino, cinque pecore già cucinate, cinque misure di grano arrostito, cento grappoli di uva passa e duecento schiacciate di fichi e li caricò sugli asini.

25 19 Poi disse ai suoi servi: «Precedetemi io vi seguirò». Ma non disse nulla a Nabal suo marito.

25 20 Ora, mentre essa sul dorso di un asino scendeva per un sentiero nascosto dal monte, Davide e i suoi uomini scendevano verso di lei, ed essa s'imbattè con loro.

25 21 Or Davide aveva detto: «Ho certamente custodito invano tutto ciò che costui aveva nel deserto. Non gli è mai mancato nulla di tutto ciò che possedeva, ma egli mi ha reso male per bene.

25 22 Così DIO faccia ai nemici di Davide e anche peggio, se di tutto ciò che possiede io lascerò in vita un sol maschio fino al mattino».

25 23 Quando Abigail vide Davide, scese in fretta dall'asino, e gettandosi con la faccia a terra davanti a Davide, si prostrò fino a terra.

25 24 Così si gettò ai suoi piedi e disse: «O mio signore, su di me, su di me soltanto ricada la colpa! Deh, lascia che la tua serva ti parli, e tu ascolta le parole della tua serva!

25 25 Ti prego, signor mio non far caso a quell'uomo spregevole a Nabal, perché egli è esattamente come il suo nome, si chiama Nabal e in lui c'e stoltezza; ma io, la tua serva, non ho visto i giovani mandati dal mio signore.

25 26 Or dunque, signor mio, com'è vero che l'Eterno vive e che la tua anima vive l'Eterno ti ha impedito di spargere il sangue e di farti giustizia con le tue proprie mani. Or dunque i tuoi nemici e quelli che vogliono fare del male al mio signore siano come Nabal!

25 27 E ora questo dono che la tua serva ha portato al mio signore, sia dato ai giovani che seguono il mio signore.

25 28 Deh, perdona la colpa della tua serva; certamente l'Eterno renderà stabile la casa del mio signore, perché il mio signore combatte le battaglie dell'Eterno e in tutto il tempo della tua vita non è stato trovato alcun male in te.

25 29 Se sorgesse qualcuno a perseguitarti e a cercare la tua vita la vita del mio signore sarà custodita nello scrigno della vita presso l'Eterno, il tuo DIO, mentre la vita dei tuoi nemici l'Eterno la scaglierà come dal cavo di una fionda.

25 30 Così, quando l'Eterno avrà fatto al mio signore tutto il bene che ha promesso a tuo riguardo e ti avrà costituito capo sopra Israele,

25 31 questa cosa non sarà un dolore per te ne un rimorso al cuore del mio signore: l'avere cioè sparso del sangue senza motivo e l'essersi fatto giustizia da sé ma quando l'Eterno avrà fatto del bene al mio signore, ricordati della tua serva».

25 32 Allora Davide disse ad Abigail: «Sia benedetto l'Eterno, il DIO d'Israele, che oggi ti ha mandato incontro a me!

25 33 Benedetto il tuo consiglio e benedetta tu che oggi mi hai impedito di arrivare allo spargimento di sangue e di farmi giustizia con le mie proprie mani!

25 34 Poiché certo, com'è vero che vive l'Eterno, il DIO d'Israele, che mi ha impedito di farti del male, se non ti fossi affrettata a venirmi incontro allo spuntar del giorno a Nabal non sarebbe rimasto un sol uomo».

25 35 Così Davide ricevette dalle sue mani ciò che ella gli aveva portato e le disse: «Risali in pace a casa tua, vedi, io ho dato ascolto alla tua voce e ho avuto riguardo alla tua persona».

25 36 Abigail ritornò quindi da Nabal; egli stava facendo un banchetto in casa sua, come un banchetto da re. Nabal aveva il cuore allegro, perché era ubriaco fradicio, perciò ella non gli fece sapere niente, né poco né molto, fino allo spuntar del giorno.

25 37 Ma il mattino dopo, quando l'effetto del vino gli era passato, la moglie raccontò a Nabal queste cose; allora il cuore dentro di lui venne meno ed egli rimase come un sasso.

25 38 Circa dieci giorni dopo, l'Eterno colpì Nabal ed egli morì.

25 39 Quando Davide seppe che Nabal era morto, disse: «Sia benedetto l'Eterno, che mi ha reso giustizia dell'oltraggio che ho ricevuto da Nabal e ha trattenuto il suo servo dal male! L'Eterno infatti ha fatto ricadere sul suo capo la malvagità di Nabal». Poi Davide mandò un'ambasciata a parlare ad Abigail per prenderla in moglie.

25 40 I servi di Davide vennero da Abigail a Karmel e le parlarono così, dicendo: «Davide ci ha mandati da te, perché vuole prenderti in moglie».

25 41 Allora ella si levò, si prostrò con la faccia a terra e disse: «Ecco, possa la tua serva fare da schiava, per lavare i piedi ai servi del mio signore».

25 42 Poi Abigail si levò in fretta, montò sull'asino e, assistita da cinque fanciulle, seguì i messaggeri di Davide e divenne sua moglie.

25 43 Davide prese anche Ahinoam di Jezreel, e tutte e due furono sue mogli

25 44 Or Saul aveva dato sua figlia Mikal, già moglie di Davide, a Palti, figlio di Laish, che era di Gallim.

26 1 Or gli Zifei vennero da Saul a Ghibeah e gli dissero: «Non è forse Davide nascosto sulla collina di Hakilah ai margini del deserto?».

26 2 Allora Saul si levò e scese verso il deserto di Zif, avendo con sé tremila uomini scelti d'Israele per cercare Davide nel deserto di Zif.

26 3 Saul si accampò sulla collina di Hakilah che è ai margini del deserto presso la strada, mentre Davide stava nel deserto. Quando si rese conto che Saul veniva a cercarlo nel deserto.

26 4 Davide mandò alcune spie e seppe che Saul era veramente arrivato.

26 5 Allora Davide si levò e andò al luogo dove Saul era accampato. Davide notò il luogo dove erano coricati Saul e Abner, il figlio di Ner, capo del suo esercito. Saul era coricato nel campo dei carri, e la sua gente era accampata intorno a lui.

26 6 Davide si rivolse quindi ad Ahimelek, lo Hitteo, e ad Abishai figlio di Tseruiah fratello di Joab e disse: «Chi scenderà con me da Saul nell'accampamento?». Abishai rispose: «Scenderò io con te».

26 7 Così Davide ed Abishai giunsero da quella gente di notte; ed ecco che Saul giaceva addormentato nel campo dei carri, con la sua lancia infissa a terra dalla parte del capo, mentre Abner e la sua gente erano coricati intorno a lui.

26 8 Allora Abishai disse a Davide: «Oggi DIO ti ha messo nelle mani il tuo nemico; perciò ti prego, lascia che lo colpisca con la lancia e lo inchiodi a terra con un sol colpo; non ci sarà bisogno di un secondo».

26 9 Ma Davide disse ad Abishai: «Non ucciderlo, chi infatti potrebbe stendere la mano contro l'unto dell'Eterno senza rendersi colpevole?».

26 10 Poi Davide aggiunse: «Com'è vero che l'Eterno vive, solo l'Eterno lo colpirà: o perché arriverà il suo giorno e morirà, o perché andrà a combattere e verrà ucciso.

26 11 L'Eterno mi guardi dallo stendere la mia mano contro l'unto dell'Eterno! Ora, ti prego prendi la lancia che è vicina al suo capo e la brocca dell'acqua e andiamocene».

26 12 Così Davide prese la lancia e la brocca dell'acqua che era vicina al capo di Saul e se ne andarono. Nessuno vide, nessuno se ne accorse, nessuno si svegliò; tutti dormivano perché un sonno profondo mandato dall'Eterno era caduto su di loro.

26 13 Poi Davide passò dal lato opposto e si fermò lontano in cima al monte; c'era una grande distanza fra di loro.

26 14 Allora Davide gridò alla gente di Saul e ad Abner, figlio di Ner, e disse: «Abner, non rispondi?». Abner rispose e disse: «Chi sei tu che gridi al re?».

26 15 Così Davide disse ad Abner: «Non sei tu un uomo valoroso? E chi è pari a te in Israele? Perché dunque non hai fatto buona guardia al re tuo signore? Uno del popolo infatti è venuto per uccidere il re tuo signore.

26 16 Ciò che hai compiuto non è affatto buono. Com'è vero che l'Eterno vive voi meritate la morte perché non avete fatto buona guardia al vostro signore l'unto dell'Eterno! E ora guarda dov'è la lancia del re e la brocca dell'acqua che era presso il suo capo!».

26 17 Saul riconobbe la voce di Davide e disse: «E' questa la tua voce, o figlio mio Davide?». Davide rispose «E' la mia voce, o re, mio signore!».

26 18 Poi aggiunse: «Perché il mio signore perseguita il suo servo? Che cosa ho fatto? Che malvagità ho commesso?

26 19 Ora perciò ascolti di grazia, il re mio signore le parole del suo servo. Se è l'Eterno che t'incita contro di me, egli accetti un'oblazione! Ma se sono gli uomini, siano maledetti davanti all'Eterno, perché oggi mi hanno scacciato per impedirmi di aver parte all'eredità dell'Eterno, dicendomi: "Va' a servire altri dei".

26 20 Ora dunque il mio sangue non cada a terra lontano dalla presenza dell'Eterno, Poiché il re d'Israele è uscito per andare in cerca di una pulce, come si dà la caccia a una pernice su per i monti».

26 21 Allora Saul disse: «Ho peccato torna, figlio mio Davide, poiché, io non ti farò più alcun male, perché oggi la mia vita e stata preziosa ai tuoi occhi, ecco ho agito da stolto e mi sono grandemente sbagliato».

26 22 Davide rispose: «Ecco la lancia del re; venga qui uno dei giovani a prenderla.

26 23 L'Eterno renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà; oggi infatti l'Eterno ti aveva dato nelle mie mani, ma io non ho voluto stendere la mia mano contro l'unto dell'Eterno.

26 24 Come oggi la tua vita è stata preziosa ai miei occhi, così sarà preziosa la mia vita agli occhi dell'Eterno; ed egli mi liberi da ogni avversità».

26 25 Allora Saul disse a Davide: «Sii tu benedetto, figlio mio Davide. Tu farai grandi cose e sarai certamente vittorioso». Così Davide continuò il suo cammino e Saul tornò a casa sua.

27 1 Or Davide disse in cuor suo: «Un giorno o l'altro io perirò per mano di Saul; non vi è nulla di meglio per me che mettermi in salvo nel paese dei Filistei; così Saul desisterà dal ricercarmi ancora in tutto il territorio d'Israele così scamperò dalle sue mani».

27 2 Perciò Davide si levò e si recò con i seicento uomini che aveva con sé, da Akish figlio di Maok, re di Gath.

27 3 Così Davide rimase con Akish a Gath, lui e i suoi uomini, ciascuno con la sua famiglia; Davide con le sue due mogli: Ahinoam la Jezreelita, e Abigail la Karmelita, già moglie di Nabal.

27 4 Fu quindi riferito a Saul che Davide era fuggito a Gath, ed egli non lo cercò più.

27 5 Davide disse ad Akish: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, mi sia dato un luogo in una città della campagna dove io possa abitare. Perché dovrebbe il tuo servo abitare con te nella città reale?».

27 6 Così quel giorno Akish gli diede Tsiklag; per questo Tsiklag è appartenuta ai re di Giuda fino al giorno d'oggi.

27 7 Il tempo che Davide rimase nel paese dei Filistei fu di un anno e quattro mesi.

27 8 Davide e i suoi uomini salivano e facevano razzie nel paese dei Gheshuriti dei Ghirziti e degli Amalekiti; queste popolazioni abitavano da tempi antichi il paese, estendendosi da Shur fino al paese d'Egitto.

27 9 Davide devastava il paese e non lasciava in vita né uomo né donna, prendeva quindi pecore, buoi, asini, cammelli e indumenti, e ritornava e andava da Akish.

27 10 Quando Akish chiedeva: «Dove avete fatto razzie quest'oggi?» Davide rispondeva: «Contro il sud di Giuda contro il sud del Kenei».

27 11 Davide non lasciava in vita né uomo né donna, perché potevano portare notizie e diceva: «Potrebbero dare notizie a nostro riguardo e dire: "Così ha fatto Davide"». Questo fu il suo modo di agire tutto il tempo che rimase nel paese dei Filistei

27 12 Così Akish si fidava di Davide e diceva: «Egli si è reso odioso al suo popolo Israele e così sarà per sempre mio servo».

28 1 In quei giorni i Filistei radunarono i loro eserciti per far guerra ad Israele. Allora Akish disse a Davide: «Sappi bene che dovrai uscire a combattere con me, tu e i tuoi uomini».

28 2 Davide rispose ad Akish: «Tu certamente vedrai ciò che il tuo servo farà». Allora Akish disse a Davide: «Ebbene, io ti farò mia guardia del corpo per sempre».

28 3 Or Samuele era morto e tutto Israele l'aveva pianto, e lo avevano sepolto in Ramah sua città. E Saul aveva scacciato dal paese i medium e gl'indovini.

28 4 Così i Filistei si radunarono e vennero ad accamparsi a Shunem, mentre Saul radunò tutto Israele e si accampò a Ghilboa.

28 5 Quando Saul vide l'esercito dei Filistei ebbe paura e il suo cuore tremò forte.

28 6 Così Saul consultò l'Eterno, ma l'Eterno non gli rispose né attraverso sogni né mediante l'Urim né per mezzo dei profeti.

28 7 Allora Saul disse ai suoi servi: «Cercatemi una donna che sia una medium perché possa andare da lei per consultarla». I suoi servi gli dissero: «Ecco a En-Dor c'è una donna che è una medium».

28 8 Così Saul si travestì indossando altri abiti e partì con due uomini. Giunsero dalla donna di notte e Saul le disse: «Pratica la divinazione per me ti prego, con una seduta spiritica e fammi salire colui che ti dirò».

28 9 La donna gli rispose: «Ecco tu sai ciò che Saul ha fatto: egli ha sterminato dal paese i medium e i maghi. Perché dunque tendi un laccio alla mia vita per farmi morire?».

28 10 Allora Saul le giurò per l'Eterno, dicendo: «Com'è vero che l'Eterno vive nessuna punizione ti toccherà per questo!»

28 11 La donna gli disse: «Chi devo farti salire?». Egli disse: «Fammi salire Samuele».

28 12 Quando la donna vide Samuele gridò ad alta voce; e la donna disse a Saul: «Perché mi hai ingannata? Tu sei Saul!»

28 13 Il re le rispose: «Non aver paura, che cosa vedi?». La donna disse a Saul: «Vedo un essere sovrumano che sale dalla terra».

28 14 Egli le domandò: «Che forma ha?». Ella rispose: «è un vecchio che sale ed è avvolto in un mantello». Allora Saul comprese che era Samuele, si piegò con la faccia a terra e si prostrò.

28 15 Samuele disse a Saul: «Perché mi hai tu disturbato, facendomi salire?». Saul rispose: «Mi trovo in una grande angustia, perché i Filistei mi fanno guerra e DIO si è allontanato da me, e non mi risponde più né mediante i profeti né attraverso i sogni; perciò, ti ho chiamato perché tu mi faccia sapere cosa devo fare».

28 16 Samuele disse: «Perché consulti me, se l'Eterno si è allontanato da te ed è divenuto tuo nemico?

28 17 L'Eterno ha fatto come aveva detto per mezzo mio. L'Eterno ha strappato dalle tue mani il regno e lo ha dato a un altro, a Davide.

28 18 perché non hai ubbidito alla voce dell'Eterno e non hai portato ad effetto la sua ardente ira contro Amalek; per questo l'Eterno oggi ti ha fatto questo.

28 19 L'Eterno darà anche Israele con te nelle mani dei Filistei; domani tu e i tuoi figli sarete con me. L'Eterno darà pure l'esercito d'Israele nelle mani dei Filistei».

28 20 Allora Saul cadde subito lungo disteso per terra, perché grandemente spaventato dalle parole di Samuele; egli era già senza forze. perché non aveva preso cibo tutto quel giorno e tutta quella notte.

28 21 La donna si avvicinò a Saul e vedendolo tutto terrorizzato, gli disse: «Ecco, la tua serva ha ubbidito alla tua voce; io ho messo in pericolo la mia vita per ubbidire alle parole che mi hai detto.

28 22 Or dunque ascolta anche tu la voce della tua serva e lascia che ti metta davanti un boccone di pane; mangia, così riprenderai forza per rimetterti in cammino».

28 23 Ma egli rifiutò e disse: «Non mangerò». I suoi servi però, insieme alla donna, insistettero ed egli li ascoltò; così si alzò da terra e si pose a sedere sul letto.

28 24 La donna aveva in casa un vitello ingrassato; lo uccise in fretta, poi prese la farina la impastò e ne fece dei pani senza lievito.

28 25 Mise questi cibi davanti a Saul e ai suoi servi, ed essi mangiarono; poi si levarono e ripartirono quella stessa notte.

29 1 I Filistei radunarono tutte le loro truppe ad Afek, mentre gli Israeliti Si accamparono presso la sorgente di Jezreel.

29 2 I principi dei Filistei procedevano con le loro centinaia e le migliaia, mentre Davide e i suoi uomini procedevano per ultimi con Akish.

29 3 Allora i capi dei Filistei dissero: «Cosa fanno questi Ebrei?». Akish rispose ai capi dei Filistei: «Non è costui Davide, servo di Saul re d'Israele, che è stato con me questi giorni o questi anni? In lui non ho trovato alcun fallo dal giorno della sua defezione a oggi!».

29 4 Ma i capi dei Filistei si adirarono contro di lui e gli dissero: «Rimanda costui, perché ritorni al luogo che gli hai assegnato. Non venga con noi a combattere, perché non diventi nostro nemico in battaglia. Come potrebbe riacquistare costui il favore del suo signore, se non con la testa di questi uomini?

29 5 Non è costui Davide di cui cantavano in coro nelle danze, dicendo: "Saul ha ucciso i suoi mille e Davide i suoi diecimila"?».

29 6 Allora Akish chiamò Davide e gli disse: «Com'è vero che l'Eterno vive, tu sei un uomo retto e vedo con piacere il tuo andare e venire con me nell'esercito, perché non ho trovato in te niente di male dal giorno del tuo arrivo da me fino ad oggi; ma tu non sei gradito agli occhi dei principi.

29 7 Or dunque torna indietro e va' in pace, per non far nulla che dispiaccia ai principi dei Filistei».

29 8 Davide disse ad Akish: «Che cosa ho fatto e che cosa hai trovato nel tuo servo dal giorno in cui sono venuto con te fino al giorno d'oggi, perché io non possa andare a combattere contro i nemici del re, mio signore?».

29 9 Akish rispose a Davide dicendo: «Comprendo che tu sei gradito ai miei occhi come un angelo di DIO; ma i principi dei Filistei hanno detto: "Egli non deve salire con noi alla battaglia!". Perciò, alzati domani mattina presto con i servi del tuo signore che sono venuti con te; alzatevi al mattino presto e, allo spuntar del giorno, partite».

29 10 Così Davide e i suoi uomini si alzarono al mattino presto, per partire e tornare nel paese dei Filistei. I Filistei invece salirono a Jezreel.

30 1 Quando Davide e i suoi uomini giunsero a Tsiklag il terzo giorno, gli Amalekiti avevano fatto una razzia nel Neghev e a Tsiklag; avevano preso Tsiklag e l'avevano incendiata;

30 2 essi avevano fatto prigionieri le donne e tutti quelli che vi erano, piccoli e grandi; non avevano ucciso nessuno, ma li avevano condotti via e se n'erano andati.

30 3 Quando Davide e i suoi uomini giunsero alla città, ecco la città era distrutta dal fuoco, e le loro mogli, i loro figli e le loro figlie erano stati condotti via prigionieri.

30 4 Allora Davide e tutti quelli che erano con lui alzarono la voce e piansero finché non ebbero più forza di piangere.

30 5 Le due mogli di Davide, Ahinoam, la Jezreelita e Abigail la Karmelita, già moglie di Nabal, erano anch'esse prigioniere.

30 6 Davide fu grandemente angosciato perché la gente parlava di lapidarlo, avendo tutti l'animo amareggiato, ciascuno a motivo dei suoi figli e delle sue figlie; ma Davide si fortificò nell'Eterno, il suo DIO.

30 7 Poi Davide disse al sacerdote Abiathar, figlio di Ahimelek: «Ti prego, portami l'efod». Abiathar portò l'efod a Davide.

30 8 Così Davide consultò l'Eterno e chiese: «Devo inseguire questa banda? La raggiungerò?». L'Eterno rispose: «Inseguila, perché la raggiungerai certamente e ricupererai senz'altro ogni cosa».

30 9 Davide dunque partì con i seicento uomini che aveva con sé e giunse al torrente Besor, dove quelli rimasti indietro si fermarono;

30 10 ma Davide continuò l'inseguimento con quattrocento uomini, mentre duecento rimasero indietro, perché erano troppo stanchi per attraversare il torrente Besor.

30 11 Trovarono nella campagna un Egiziano e lo condussero a Davide. Gli diedero pane da mangiare e acqua da bere,

30 12 gli diedero pure un pezzo di schiacciata di fichi secchi e due grappoli d'uva. Dopo aver mangiato, il suo spirito ritornò, perché non aveva mangiato pane né bevuto acqua per tre giorni e tre notti.

30 13 Davide gli chiese: «A chi appartieni e da dove vieni?». Egli rispose: «Sono un giovane egiziano, servo di un Amalekita il mio padrone mi ha abbandonato, perché tre giorni fa caddi ammalato.

30 14 Abbiamo fatto una razzia nel sud dei Kerethei, nel territorio di Giuda e nel sud di Caleb e abbiamo incendiato Tsiklag col fuoco».

30 15 Davide gli disse: «Puoi tu condurmi giù dov'è quella banda?». Egli rispose: «Giurami nel nome di DIO che non mi ucciderai e non mi consegnerai nelle mani del mio padrone, e io ti condurrò giù dov'è quella banda».

30 16 E lo condusse giù; ed ecco gli Amalekiti erano sparsi su tutto il paese mangiando, bevendo e facendo festa, per tutto il grande bottino che avevano portato via dal paese dei Filistei e dal paese di Giuda.

30 17 Davide li attaccò dal crepuscolo fino alla sera del giorno dopo; nessuno di loro scampò, ad eccezione di quattrocento giovani, che montarono sui cammelli e fuggirono.

30 18 Così Davide ricuperò tutto ciò che gli Amalekiti avevano portato via; Davide ricuperò anche le sue mogli.

30 19 Niente andò loro perduto, né piccolo né grande, né figli né figlie, né bottino né alcun altra cosa che avevano loro preso. Davide ricuperò tutto.

30 20 Così Davide prese tutte le greggi e tutti gli armenti; e quelli che camminavano davanti al bestiame, dicevano: «Questo è il bottino di Davide!».

30 21 Poi Davide giunse dai duecento uomini che erano troppo stanchi per seguire Davide, e che egli aveva fatto rimanere al torrente Besor. Questi andarono incontro a Davide e alla gente che era con lui. Così Davide si avvicinò loro e li salutò.

30 22 Allora tutti i malvagi e gli spregevoli fra gli uomini che erano andati con Davide presero a dire: «Poiché costoro non sono venuti con noi, non daremo loro nulla del bottino che abbiamo ricuperato, eccetto la moglie e i figli di ciascuno; li conducano via e se ne vadano!».

30 23 Ma Davide disse: «Non fate così, fratelli miei con quello che l'Eterno ci ha dato proteggendoci e mettendo nelle nostre mani la banda che era venuta contro di noi.

30 24 Chi vi darà retta in questa proposta? Ma quale la parte di chi scende a combattere, tale sarà la parte di chi rimane presso i bagagli; faranno le parti insieme».

30 25 Da quel giorno in poi si fece così; Davide ne fece uno statuto e una norma per Israele fino al giorno d'oggi.

30 26 Quando Davide ritornò a Tsiklag, mandò parte del bottino agli anziani di Giuda, suoi amici, dicendo: «Eccovi un dono proveniente dal bottino preso dai nemici dell'Eterno».

30 27 Ne mandò a quelli di Bethel, a quelli di Ramoth del Neghev, a quelli di Jattir,

30 28 a quelli di Aroer, a quelli di Sifmoth, a quelli di Eshtemoa

30 29 a quelli di Rakal, a quelli delle città degli Jerahmeeliti, a quelli delle città dei Kenei,

30 30 a quelli di Hormah, a quelli di Kor-Ashan, a quelli di Athak

30 31 a quelli di Hebron, e a quelli di tutti i luoghi per i quali era passato Davide con i suoi uomini.

31 1 Or i Filistei vennero a battaglia con Israele e gl'Israeliti fuggirono davanti ai Filistei, e caddero uccisi sul monte Ghilboa.

31 2 I Filistei inseguirono accanitamente Saul e i suoi figli; così i Filistei uccisero Gionathan, Abinadab e Malkishuah figli di Saul.

31 3 La battaglia si fece aspra contro Saul; gli arcieri lo raggiunsero ed egli fu gravemente ferito dagli arcieri.

31 4 Saul disse al suo scudiero: «Sfodera la tua spada e trafiggimi con essa, non vengano questi incirconcisi a trafiggermi e a farsi beffe di me». Ma il suo scudiero non volle, perché era tutto spaventato. Allora Saul prese la spada e vi si gettò sopra.

31 5 Quando lo scudiero vide che Saul era morto, si gettò anch'egli sulla propria spada e morì con lui.

31 6 Così in quel giorno morirono insieme Saul, i suoi tre figli il suo scudiero e tutti i suoi uomini.

31 7 Quando gli Israeliti che erano di là dalla valle e che erano di là dal Giordano videro che gli uomini d'Israele si erano dati alla fuga e che Saul e i suoi figli erano morti. abbandonarono le città e fuggirono. Allora vennero i Filistei e vi si stabilirono.

31 8 Il giorno dopo; i Filistei vennero a spogliare gli uccisi e trovarono Saul e i suoi tre figli caduti sul monte Ghilboa.

31 9 Essi tagliarono la testa a Saul, lo spogliarono della sua armatura e mandarono messaggeri per tutto il paese dei Filistei a portare la notizia nel tempio dei loro idoli e al popolo.

31 10 Collocarono quindi la sua armatura nel tempio di Ashtaroth, e appesero il suo cadavere alle mura di Beth-Shan.

31 11 Ma quando gli abitanti di Jabesh di Galaad vennero a sapere ciò che i Filistei avevano fatto a Saul,

31 12 tutti gli uomini valorosi si levarono, camminarono tutta la notte e tolsero dalle mura di Beth-Shan il cadavere di Saul e i cadaveri dei suoi figli; poi tornarono a Jabesh e qui li bruciarono.

31 13 Presero quindi le loro ossa, le seppellirono sotto il tamarisco di Jabesh e digiunarono per sette giorni.