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EPISTOLA ai ROMANI

1 1 Paolo, servo di Gesù Cristo, chiamato ad essere apostolo, appartato per l'evangelo di Dio,

1 2 come egli aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture,

1 3 riguardo a suo Figlio, nato dal seme di Davide secondo la carne,

1 4 dichiarato Figlio di Dio in potenza, secondo lo Spirito di santità mediante la resurrezione dai morti: Gesù Cristo, nostro Signore,

1 5 per mezzo del quale noi abbiamo ricevuto grazia e apostolato, per l'ubbidienza di fede fra tutte le genti per amore del suo nome,

1 6 fra le quali anche voi siete stati chiamati da Gesù Cristo;

1 7 a voi tutti che siete in Roma, amati da Dio, chiamati santi: grazia e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.

1 8 Prima di tutto, rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo per tutti voi, perché la vostra fede è pubblicata in tutto il mondo.

1 9 Perché Dio, a cui io servo nel mio spirito mediante l'evangelo di suo Figlio, mi è testimone che non smetto mai di menzionarvi,

1 10 chiedendo continuamente nelle mie preghiere che mi sia finalmente concessa dalla volontà di Dio l'opportunità di venire da voi,

1 11 perché io desidero grandemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale, affinché siate fortificati.

1 12 E questo è per essere in mezzo a voi consolato insieme mediante la fede che abbiamo in comune, vostra e mia.

1 13 Ora, fratelli, io non voglio che ignoriate che molte volte mi sono proposto di venire da voi per avere qualche frutto fra voi come ne ho avuto fra le altre genti, ma finora ne sono stato impedito.

1 14 Io sono debitore ai Greci e ai barbari, ai savi e agli ignoranti.

1 15 Così, quanto a me, sono pronto ad evangelizzare anche voi che siete in Roma.

1 16 Infatti io non mi vergogno dell'evangelo di Cristo, perché esso è la potenza di Dio per la salvezza, di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.

1 17 Perché la giustizia di Dio è rivelata in esso di fede in fede, come sta scritto: «Il giusto vivrà per fede».

1 18 Perché l'ira di Dio si rivela dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell'ingiustizia,

1 19 poiché ciò che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, perché Dio lo ha loro manifestato.

1 20 Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla creazione del mondo, si vedono chiaramente, affinché siano inescusabili.

1 21 Poiché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno però glorificato né l'hanno ringraziato come Dio, anzi sono divenuti insensati nei loro ragionamenti e il loro cuore senza intendimento si è ottenebrato.

1 22 Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti,

1 23 e hanno mutato la gloria dell'incorruttibile Dio in un'immagine simile a quella di un uomo corruttibile, di uccelli, di bestie quadrupedi e di rettili.

1 24 Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità nelle concupiscenze dei loro cuori, sì da vituperare i loro corpi tra loro stessi.

1 25 Essi che hanno cambiato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura, al posto del Creatore che è benedetto in eterno. Amen.

1 26 Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami, poiché anche le loro donne hanno mutato la relazione naturale in quella che è contro natura.

1 27 Nello stesso modo gli uomini, lasciata la relazione naturale con la donna, si sono accesi nella loro libidine gli uni verso gli altri, commettendo atti indecenti uomini con uomini, ricevendo in se stessi la ricompensa dovuta al loro traviamento.

1 28 E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti,

1 29 essendo ripieni d'ogni ingiustizia fornicazione, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, omicidio, contesa frode, malignità,

1 30 ingannatori, maldicenti, nemici di Dio, ingiuriosi, superbi, vanagloriosi ideatori di cose malvagie, disubbidienti, al genitori,

1 31 senza intendimento, senza affidamento, senza affetto naturale, implacabili, spietati.

1 32 Or essi, pur avendo riconosciuto il decreto di Dio secondo cui quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non solo le fanno, ma approvano anche coloro che le commettono.

2 1 Perciò, o uomo, chiunque tu sia che, giudichi, sei inescusabile perché in quel che giudichi l'altro, condanni te stesso, poiché tu che giudichi fai le medesime cose.

2 2 Or noi sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità su coloro che fanno tali cose.

2 3 E pensi forse, o uomo che giudichi coloro che fanno tali cose e tu pure le fai, di scampare al giudizio di Dio?

2 4 Ovvero disprezzi le ricchezze della sua benignità, della sua pazienza e longanimità, non conoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?

2 5 Ma tu, per la tua durezza ed il cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d'ira, per il giorno dell'ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio,

2 6 che renderà a ciascuno secondo le sue opere:

2 7 la vita eterna a coloro che cercano gloria, onore e immortalità, perseverando nelle opere di bene

2 8 a coloro invece che contendono e non ubbidiscono alla verità, ma ubbidiscono all'ingiustizia, spetta indignazione ed ira.

2 9 Tribolazione e angoscia spetta ad ogni anima d'uomo che fa il male del Giudeo prima e poi del Greco;

2 10 ma gloria, onore e pace a chiunque fa il bene, al Giudeo prima e poi al Greco.

2 11 Perché presso Dio non v'è parzialità.

2 12 Infatti tutti quelli che hanno peccato senza la legge, periranno pure senza la legge; e tutti quelli che hanno peccato sotto la legge, saranno giudicati secondo la legge,

2 13 perché non coloro che odono la legge sono giusti presso Dio, ma coloro che mettono in pratica la legge saranno giustificati.

2 14 Infatti quando i gentili, che non hanno la legge, fanno per natura le cose della legge, essi, non avendo legge, sono legge a se stessi;

2 15 questi dimostrano che l'opera della legge è scritta nei loro cuori per la testimonianza che rende la loro coscienza, e perché i loro pensieri si scusano o anche si accusano a vicenda,

2 16 nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio evangelo.

2 17 Ecco, tu ti chiami Giudeo, ti fondi sulla legge e ti glori in Dio,

2 18 conosci la sua volontà e distingui le cose importanti, essendo ammaestrato dalla legge,

2 19 e sei convinto di essere guida di ciechi, luce di quelli che sono nelle tenebre,

2 20 istruttore degli insensati, insegnante dei bambini, avendo la forma della conoscenza e della verità nella legge.

2 21 Tu dunque che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi che non si deve rubare, rubi?

2 22 Tu che dici che non si deve commettere adulterio, commetti adulterio? Tu che hai in abominio gli idoli, ne derubi i templi?

2 23 Tu che ti glori nella legge, disonori Dio trasgredendo la legge?

2 24 Infatti: «Per causa vostra, come sta scritto, il nome di Dio è bestemmiato fra i gentili».

2 25 Perché la circoncisione, è vantaggiosa se tu osservi la legge, ma se sei trasgressore della legge, la tua circoncisione diventa incirconcisione.

2 26 Perciò se un incirconciso osserva gli statuti della legge, non sarà la sua incirconcisione reputata circoncisione?

2 27 E se colui che per natura è incirconciso adempie la legge, non giudicherà egli te che con la lettera e la circoncisione sei trasgressore della legge?

2 28 Infatti il Giudeo non è colui che appare tale all'esterno, e la circoncisione non è quella visibile nella carne;

2 29 ma Giudeo è colui che lo è interiormente, e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito, e non nella lettera; e d'un tal Giudeo la lode non proviene dagli uomini, ma da Dio.

3 1 Qual è dunque il vantaggio del Giudeo, o qual è l'utilità della circoncisione?

3 2 Grande in ogni maniera; prima di tutto perché gli oracoli di Dio furono affidati a loro.

3 3 Che dire allora? Se alcuni sono stati increduli, la loro incredulità annullerà forse la fedeltà di Dio?

3 4 Non sia mai; anzi, sia Dio verace e ogni uomo bugiardo, come sta scritto: «Affinché tu sia giustificato nelle tue parole e vinca quando sei giudicato».

3 5 Ora se la nostra ingiustizia fa risaltare la giustizia di Dio, che diremo? Dio è ingiusto quando dà corso alla sua ira? (Io parlo da uomo).

3 6 Niente affatto! Altrimenti, come giudicherebbe Dio il mondo?

3 7 Per cui se la verità di Dio per la mia menzogna è sovrabbondata alla sua gloria, perché sono io ancora giudicato un peccatore?

3 8 E perché non dire come alcuni calunniandoci affermano che noi diciamo «Facciamo il male affinché ne venga il bene» La condanna di costoro è giusta.

3 9 Che dunque? Abbiamo noi qualche superiorità? Niente affatto! Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che tanto Giudei che Greci sono tutti sotto peccato,

3 10 come sta scritto: «Non c'è alcun giusto, neppure uno.

3 11 Non c'è alcuno che abbia intendimento, non c'è alcuno che ricerchi Dio.

3 12 Tutti si sono sviati, tutti quanti sono divenuti inutili; non c'è alcuno che faccia il bene, neppure uno.

3 13 La loro gola è un sepolcro aperto con le loro lingue hanno tramato inganni, c'è un veleno di aspidi sotto le loro labbra;

3 14 la loro bocca è piena di maledizione e di amarezza;

3 15 i loro piedi sono veloci per spandere il sangue;

3 16 sulle loro vie c'è rovina e calamità,

3 17 e non hanno conosciuto la via della pace;

3 18 non c'è il timore di Dio davanti ai loro occhi».

3 19 Or noi sappiamo che tutto quello che la legge dice, lo dice per coloro che sono sotto la legge, affinché ogni bocca sia messa a tacere e tutto il mondo sia sottoposto al giudizio di Dio,

3 20 perché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge; mediante la legge infatti vi è la conoscenza del peccato.

3 21 Ma ora, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, alla quale rendono testimonianza la legge e i profeti,

3 22 cioè la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo verso tutti e sopra tutti coloro che credono, perché non c'è distinzione;

3 23 poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio,

3 24 ma sono gratuitamente giustificati per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.

3 25 Lui ha Dio preordinato per far l'espiazione mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare così la sua giustizia per il perdono dei peccati, che sono stati precedentemente commessi durante il tempo della pazienza di Dio,

3 26 per manifestare la sua giustizia nel tempo presente, affinché egli sia giusto e giustificatore di colui che ha la fede di Gesù.

3 27 Dov'è dunque il vanto? E' escluso. Per quale legge? Quella delle opere? No, ma per la legge della fede.

3 28 Noi dunque riteniamo che l'uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge.

3 29 Dio è forse soltanto il Dio dei Giudei? Non lo è anche dei gentili? Certo, è anche il Dio dei gentili.

3 30 Poiché vi è un solo Dio, che giustificherà il circonciso per fede e anche l'incirconciso mediante la fede.

3 31 Annulliamo noi dunque la legge mediante la fede? Così non sia, anzi stabiliamo la legge.

4 1 Che cosa diremo dunque in merito a ciò, che il nostro padre Abrahamo ha ottenuto secondo la carne?

4 2 Perché se Abrahamo è stato giustificato per le opere, egli ha di che gloriarsi; egli invece davanti a Dio non ha nulla di che gloriarsi.

4 3 Infatti, che dice la Scrittura? «Or Abrahamo credette a Dio e ciò gli fu imputato a giustizia».

4 4 Ora a colui che opera, la ricompensa non è considerata come grazia, ma come debito;

4 5 invece colui che non opera, ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua fede gli è imputata come giustizia.

4 6 Davide stesso proclama la beatitudine dell'uomo a cui Dio imputa la giustizia senza opere, dicendo:

4 7 «Beati coloro le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti.

4 8 Beato l'uomo a cui il Signore non imputerà il peccato».

4 9 Ora dunque questa beatitudine vale solo per i circoncisi, o anche per gli incirconcisi? Perché noi diciamo che la fede fu imputata ad Abrahamo come giustizia.

4 10 In che modo dunque gli fu imputata? Mentre egli era circonciso o incirconciso? Non mentre era circonciso, ma quando era incirconciso.

4 11 Poi ricevette il segno della circoncisione, come sigillo della giustizia della fede che aveva avuto mentre era ancora incirconciso, affinché fosse il padre di tutti quelli che credono anche se incirconcisi, affinché anche a loro sia imputata la giustizia,

4 12 e fosse il padre dei veri circoncisi, di quelli cioè che non solo sono circoncisi ma che seguono anche le orme della fede del nostro padre Abrahamo, che egli ebbe mentre era incirconciso.

4 13 Infatti la promessa di essere erede del mondo non fu fatta ad Abrahamo e alla sua progenie mediante la legge, ma attraverso la giustizia della fede.

4 14 Poiché se sono eredi quelli che sono della legge, la fede è resa vana e la promessa è annullata,

4 15 perché la legge produce ira; infatti dove non c'è legge, non vi è neppure trasgressione.

4 16 Perciò l'eredità è per fede, in tal modo essa è per grazia, affinché la promessa sia assicurata a tutta la progenie, non solamente a quella che è dalla legge, ma anche a quella che deriva dalla fede di Abrahamo, il quale

4 17 (come sta scritto: «Io ti ho costituito padre di molte nazioni»), è padre di tutti noi davanti a Dio a cui egli credette, il quale fa vivere i morti e chiama le cose che non sono come se fossero.

4 18 Egli, sperando contro ogni speranza, credette per diventare padre di molte nazioni secondo ciò che gli era stato detto: «Così sarà la tua progenie».

4 19 E, non essendo affatto debole nella fede, non riguardò al suo corpo già reso come morto (avendo egli quasi cent'anni), né al grembo già morto di Sara.

4 20 Neppure dubitò per incredulità riguardo alla promessa di Dio, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio,

4 21 pienamente convinto che ciò che egli aveva promesso era anche potente da farlo.

4 22 Perciò anche questo gli fu imputato a giustizia.

4 23 Ora non per lui solo è scritto che questo gli fu imputato,

4 24 ma anche per noi ai quali sarà imputato, a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore,

4 25 il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.

5 1 Giustificati dunque per fede abbiamo pace presso Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore,

5 2 per mezzo del quale abbiamo anche avuto, mediante la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio.

5 3 E non soltanto questo, ma ci vantiamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce perseveranza,

5 4 la perseveranza esperienza e l'esperienza speranza.

5 5 Or la speranza non confonde, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

5 6 Perché, mentre eravamo ancora senza forza, Cristo a suo tempo è morto per gli empi.

5 7 Difficilmente infatti qualcuno muore per un giusto; forse qualcuno ardirebbe morire per un uomo dabbene.

5 8 Ma Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

5 9 Molto più dunque, essendo ora giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui.

5 10 Infatti, se mentre eravamo nemici siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del suo Figlio, molto più ora, che siamo stati riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.

5 11 E non solo, ma anche ci vantiamo in Dio per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo, tramite il quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

5 12 Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, così la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato;

5 13 perché, fino a che fu promulgata la legge, il peccato era nel mondo; ora il peccato non è imputato se non vi è legge;

5 14 ma la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, che è figura di colui che doveva venire.

5 15 La grazia però non è come la trasgressione; se infatti per la trasgressione di uno solo quei molti sono morti, molto più la grazia di Dio e il dono per la grazia di un uomo, Gesù Cristo, hanno abbondato verso molti altri.

5 16 Riguardo al dono, non è avvenuto come per quell'uno che ha peccato, perché il giudizio produsse la condanna da una sola trasgressione, ma la grazia produsse la giustificazione da molte trasgressioni.

5 17 Infatti, se per la trasgressione di quell'uno solo la morte ha regnato a causa di quell'uno, molto di più coloro che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell'uno, che è Gesù Cristo.

5 18 Per cui, come per una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure con un solo atto di giustizia la grazia si è estesa a tutti gli uomini in giustificazione di vita.

5 19 Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, così ancora per l'ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti.

5 20 Or la legge intervenne affinché la trasgressione abbondasse; ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata,

5 21 affinché come il peccato ha regnato nella morte, così anche la grazia regni per la giustizia a vita eterna per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.

6 1 Che diremo dunque? Rimarremo nel peccato, affinché abbondi la grazia?

6 2 Niente affatto! Noi che siamo morti al peccato, come vivremo ancora in esso?

6 3 Ignorate voi, che noi tutti che siamo stati battezzati in Gesù Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte?

6 4 Noi dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita.

6 5 Poiché, se siamo stati uniti a Cristo per una morte simile alla sua, saremo anche partecipi della sua risurrezione,

6 6 sapendo questo: che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui, perché il corpo del peccato possa essere annullato e affinché noi non serviamo più al peccato.

6 7 Infatti colui che è morto è libero dal peccato.

6 8 Ora se siamo morti con Cristo, noi crediamo pure che vivremo con lui,

6 9 sapendo che Cristo, essendo risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più alcun potere su di lui.

6 10 Perché, in quanto egli è morto, è morto al peccato una volta per sempre; ma in quanto egli vive, vive a Dio.

6 11 Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi a Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore.

6 12 Non regni quindi il peccato nel vostro corpo mortale, per ubbidirgli nelle sue concupiscenze.

6 13 Non prestate le vostre membra al peccato come strumenti d'iniquità, ma presentate voi stessi a Dio, come dei morti fatti viventi, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia.

6 14 Infatti il peccato non avrà più potere su di voi, poiché non siete sotto la legge, ma sotto la grazia.

6 15 Che dunque? Peccheremo noi, perché non siamo sotto la legge, ma sotto la grazia? Così non sia.

6 16 Non sapete voi che a chiunque vi offrite come servi per ubbidirgli, siete servi di colui al quale ubbidite, o del peccato per la morte, o dell'ubbidienza per la giustizia?

6 17 Ora sia ringraziato Dio, perché eravate servi del peccato, ma avete ubbidito di cuore a quell'insegnamento che vi è stato trasmesso.

6 18 E, essendo stati liberati dal peccato, siete stati fatti servi della giustizia.

6 19 Io parlo in termini umani per la debolezza della vostra carne. Perché, come un tempo prestaste le vostre membra per essere serve dell'impurità e dell'iniquità per commettere l'iniquità, così ora prestate le vostre membra per essere serve della giustizia, per la santificazione.

6 20 Perché, quando eravate servi del peccato, eravate liberi in rapporto alla giustizia.

6 21 Quale frutto dunque avevate allora dalle cose delle quali ora vi vergognate? Poiché la loro fine è la morte.

6 22 Ora invece, essendo stati liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi avete per vostro frutto la santificazione e per fine la vita eterna.

6 23 Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.

7 1 Ignorate, fratelli (perché parlo a persone che hanno conoscenza della legge), che la legge ha potere sull'uomo per tutto il tempo che egli vive?

7 2 Infatti una donna sposata è per legge legata al marito finché egli vive, ma se il marito muore, ella è sciolta dalla legge del marito.

7 3 Perciò, se mentre vive il marito ella diventa moglie di un altro uomo, sarà chiamata adultera; ma quando il marito muore, ella è liberata da quella legge, per cui non è considerata adultera se diventa moglie di un altro uomo.

7 4 Così dunque, fratelli miei, anche voi siete morti alla legge mediante il corpo di Cristo per appartenere ad un altro, che è risuscitato dai morti, affinché portiamo frutti a Dio.

7 5 Infatti, mentre eravamo nella carne, le passioni peccaminose che erano mosse dalla legge operavano nelle nostre membra, portando frutti per la morte,

7 6 ma ora siamo stati sciolti dalla legge, essendo morti a ciò che ci teneva soggetti, per cui serviamo in novità di spirito e non il vecchio sistema della lettera.

7 7 Che diremo dunque? Che la legge è peccato? Così non sia; anzi io non avrei conosciuto il peccato, se non mediante la legge; infatti io non avrei conosciuta la concupiscenza, se la legge non avesse detto: «Non concupire».

7 8 Il peccato invece, presa occasione da questo comandamento, ha prodotto in me ogni concupiscenza,

7 9 perché senza la legge, il peccato è morto. Ci fu un tempo in cui io vivevo senza la legge, ma essendo venuto il comandamento, il peccato prese vita ed io morii,

7 10 e trovai che proprio il comandamento, che è in funzione della vita, mi era motivo di morte.

7 11 Infatti il peccato, colta l'occasione per mezzo del comandamento, mi ingannò e mediante quello mi uccise.

7 12 Così, la legge è certamente santa, e il comandamento santo, giusto e buono.

7 13 Ciò che è buono è dunque diventato morte per me? Così non sia; anzi il peccato mi è diventato morte, affinché appaia che il peccato produce in me la morte per mezzo di ciò che è buono, affinché il peccato divenisse estremamente peccaminoso per mezzo del comandamento,

7 14 Infatti noi sappiamo che la legge è spirituale, ma io sono carnale, venduto come schiavo al peccato.

7 15 Giacché non capisco quel che faccio, perché non faccio quello che vorrei, ma faccio quello che odio.

7 16 Ora, se faccio ciò che non voglio, io riconosco che la legge è buona.

7 17 Quindi non sono più io ad agire, ma è il peccato che abita in me.

7 18 Infatti io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene, poiché ben si trova in me la volontà di fare il bene, ma io non trovo il modo di compierlo.

7 19 Infatti il bene che io voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio.

7 20 Ora, se faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me.

7 21 Io scopro dunque questa legge: che volendo fare il bene, in me è presente il male.

7 22 Infatti io mi diletto nella legge di Dio secondo l'uomo interiore,

7 23 ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e che mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra.

7 24 O miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte?

7 25 Io rendo grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Io stesso dunque con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato.

8 1 Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù, i quali non camminano secondo la carne ma secondo lo Spirito,

8 2 perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte.

8 3 Infatti ciò che era impossibile alla legge, in quanto era senza forza a motivo della carne, Dio, mandando il proprio Figlio in carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne,

8 4 affinché la giustizia della legge si adempia in noi che non camminiamo secondo la carne, ma secondo lo Spirito.

8 5 Infatti coloro che sono secondo la carne volgono la mente alle cose della carne, ma coloro che sono secondo lo Spirito alle cose dello Spirito.

8 6 Infatti la mente controllata dalla carne produce morte, ma la mente controllata dallo Spirito produce vita e pace.

8 7 Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo.

8 8 Quindi quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio.

8 9 Se lo Spirito di Dio abita in voi, non siete più nella carne ma nello Spirito. Ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, non appartiene a lui.

8 10 Se Cristo è in voi, certo il corpo è morto a causa del peccato, ma lo Spirito è vita a causa della giustizia.

8 11 E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che risuscitò Cristo dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali mediante il suo Spirito che abita in voi.

8 12 Perciò, fratelli, noi siamo debitori non alla carne per vivere secondo la carne,

8 13 perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se per mezzo dello Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete.

8 14 Poiché tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio sono figli di Dio.

8 15 Voi infatti non avete ricevuto uno spirito di schiavitù per cadere nuovamente nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione per il quale gridiamo: «Abba, Padre»

8 16 Lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito che noi siamo figli di Dio.

8 17 E se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pure soffriamo con lui per essere anche con lui glorificati.

8 18 Io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non sono affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi.

8 19 Infatti il desiderio intenso della creazione aspetta con bramosia la manifestazione dei figli di Dio,

8 20 perché la creazione è stata sottoposta alla vanità non di sua propria volontà, ma per colui che ve l'ha sottoposta,

8 21 nella speranza che la creazione stessa venga essa pure liberata dalla servitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.

8 22 Infatti noi sappiamo che fino ad ora tutto il mondo creato geme insieme ed è in travaglio.

8 23 E non solo esso, ma anche noi stessi, che abbiamo le primizie dello Spirito noi stessi, dico, soffriamo in noi stessi, aspettando intensamente l'adozione, la redenzione del nostro corpo.

8 24 Perché noi siamo stati salvati in speranza; or la speranza che si vede non è speranza, poiché ciò che uno vede come può sperarlo ancora?

8 25 Ma se speriamo ciò che non vediamo, l'aspettiamo con pazienza.

8 26 Nello stesso modo anche lo Spirito sovviene alle nostre debolezze, perché non sappiamo ciò che dobbiamo chiedere in preghiera, come si conviene, ma lo Spirito stesso intercede per noi con sospiri ineffabili.

8 27 E colui che investiga i cuori conosce quale sia la mente dello Spirito, poiché egli intercede per i santi, secondo Dio.

8 28 Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento.

8 29 Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del suo Figlio affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli.

8 30 E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati, quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati.

8 31 Che diremo dunque circa queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?

8 32 Certamente colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà anche tutte le cose con lui?

8 33 Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica.

8 34 Chi è colui che li condannerà? Cristo è colui che è morto, e inoltre è anche risuscitato; egli è alla destra di Dio, ed anche intercede per noi,

8 35 Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà l'afflizione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada?

8 36 Come sta scritto: «Per amor tuo siamo tutto il giorno messi a morte; siamo stati reputati come pecore da macello».

8 37 Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati.

8 38 Infatti io sono persuaso che né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future,

8 39 né altezze né profondità, né alcun'altra creatura potrà separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

9 1 Io dico la verità in Cristo, non mento, perché me lo attesta la mia coscienza nello Spirito Santo;

9 2 ho grande tristezza e continuo dolore nel mio cuore.

9 3 Infatti desidererei essere io stesso anatema e separato da Cristo per i miei fratelli, miei parenti secondo la carne,

9 4 che sono Israeliti, dei quali sono l'adozione, la gloria, i patti, la promulgazione della legge, il servizio divino e le promesse;

9 5 dei quali sono i padri e dai quali proviene secondo la carne il Cristo che è sopra tutte le cose Dio, benedetto in eterno. Amen.

9 6 Tuttavia non è che la parola di Dio sia caduta a terra, poiché non tutti quelli che sono d'Israele sono Israele.

9 7 E neppure perché sono progenie di Abrahamo sono tutti figli; ma: «In Isacco ti sarà nominata una progenie».

9 8 Cioè non i figli della carne sono figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come progenie.

9 9 Questa fu infatti la parola della promessa: «In questo tempo ritornerò e Sara avrà un figlio».

9 10 E non solo questo, ma anche Rebecca concepì da un solo uomo, Isacco nostro padre.

9 11 (infatti, quando non erano ancora nati i figli e non avevano fatto bene o male alcuno, affinché rimanesse fermo il proponimento di Dio secondo l'elezione e non a motivo delle opere, ma per colui che chiama),

9 12 le fu detto: «Il maggiore servirà al minore»,

9 13 come sta scritto: «Io ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù».

9 14 Che diremo dunque? C'è ingiustizia presso Dio? Così non sia.

9 15 Egli dice infatti a Mosè: «Io avrò misericordia di chi avrò misericordia, e avrò compassione di chi avrò compassione».

9 16 Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia.

9 17 Dice infatti la Scrittura al Faraone: «Proprio per questo ti ho suscitato, per mostrare in te la mia potenza e affinché il mio nome sia proclamato in tutta la terra».

9 18 Così egli fa misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole.

9 19 Tu mi dirai dunque: «Perché trova ancora egli da ridire? Chi può infatti resistere alla sua volontà?».

9 20 Piuttosto chi sei tu, o uomo, che disputi con Dio? La cosa formata dirà a colui che la formò: «Perché mi hai fatto così?».

9 21 Non ha il vasaio autorità sull'argilla, per fare di una stessa pasta un vaso ad onore e un altro a disonore?

9 22 E che dire se Dio, volendo mostrare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con molta pazienza i vasi d'ira preparati per la perdizione?

9 23 E questo per far conoscere le ricchezze della sua gloria verso dei vasi di misericordia, che lui ha già preparato per la gloria,

9 24 cioè noi che egli ha chiamato, non solo fra i Giudei ma anche fra i gentili?

9 25 Come ancora egli dice in Osea: «Io chiamerò il mio popolo quello che non è mio popolo, e amata quella che non è amata.

9 26 E avverrà che là dove fu loro detto "Voi non siete mio popolo", saranno chiamati figli del Dio vivente».

9 27 Ma Isaia esclama riguardo a Israele: «Anche se il numero dei figli d'Israele fosse come la sabbia del mare, solo il residuo sarà salvato».

9 28 Infatti egli manda ad effetto la decisione con giustizia, perché il Signore manderà ad effetto e accelererà la decisione sopra la terra.

9 29 E come Isaia aveva predetto: «Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato un seme, saremmo diventati come Sodoma e saremmo stati simili a Gomorra».

9 30 Che diremo dunque? Che i gentili, che non cercavano la giustizia, hanno ottenuta la giustizia, quella giustizia però che deriva dalla fede,

9 31 mentre Israele, che cercava la legge della giustizia, non è arrivato alla legge della giustizia.

9 32 Perché? Perché la cercava non mediante la fede ma mediante le opere della legge; essi infatti hanno urtato nella pietra d'inciampo.

9 33 come sta scritto «Ecco, io pongo in Sion una pietra d'inciampo e una roccia di scandalo, ma chiunque crede in lui non sarà svergognato».

10 1 Fratelli, il desiderio del mio cuore e la preghiera che rivolgo a Dio per Israele è per la sua salvezza.

10 2 Rendo loro testimonianza infatti che hanno lo zelo per Dio, ma non secondo conoscenza.

10 3 Poiché ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria giustizia non si sono sottoposti alla giustizia di Dio

10 4 perché il fine della legge è Cristo, per la giustificazione di ognuno che crede.

10 5 Mosè infatti descrive così la giustizia che proviene dalla legge: «L'uomo che fa quelle cose, vivrà per esse».

10 6 Ma la giustizia che proviene dalla fede dice così: «Non dire in cuor tuo: Chi salirà in Cielo?». Questo significa farne discendere Cristo.

10 7 Ovvero: «Chi scenderà nell'abisso?». Questo significa far risalire Cristo dai morti.

10 8 Ma che dice essa? «La parola è presso di te, nella tua bocca e nel tuo cuore». Questa è la parola della fede, che noi predichiamo;

10 9 poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato.

10 10 Col cuore infatti si crede per ottenere giustizia e con la bocca si fa confessione, per ottenere salvezza,.

10 11 perché la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui non sarà svergognato».

10 12 Poiché non c'è distinzione fra il Giudeo e il Greco, perché uno stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano.

10 13 Infatti: «Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato».

10 14 Come dunque invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non c'è chi predichi?

10 15 E come predicheranno, se non sono mandati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che annunziano la pace, che annunziano buone novelle!».

10 16 Ma non tutti hanno ubbidito all'evangelo, perché Isaia dice: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?».

10 17 La fede dunque viene dall'udire, e l'udire viene dalla parola di Dio.

10 18 Ma io dico: Non hanno essi udito? Anzi, «La loro voce è corsa per tutta la terra, e le loro parole fino agli estremi confini del mondo».

10 19 Ma io dico: Non ha Israele compreso? Mosè dice per primo: «Io vi muoverò a gelosia per una nazione che non è nazione; vi provocherò a sdegno per una nazione stolta».

10 20 E Isaia arditamente dice: «Io sono stato trovato da quelli che non mi cercavano, mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me».

10 21 Ma riguardo ad Israele dice: «Tutto il giorno ho steso le mani verso un popolo disubbidiente, e contraddicente».

11 1 Io dico dunque: Ha Dio rigettato il suo popolo? Così non sia, perché anch'io sono Israelita, della progenie di Abrahamo, della tribù di Beniamino.

11 2 Dio non ha rigettato il suo popolo, che ha preconosciuto. Non sapete voi ciò che la Scrittura dice nella storia di Elia? Come egli si rivolge a Dio contro Israele, dicendo:

11 3 «Signore, hanno ucciso i tuoi profeti e hanno distrutto i tuoi altari, e io sono rimasto solo, ed essi cercano la mia vita».

11 4 Ma che gli disse la voce divina? «Io mi sono riservato settemila uomini, che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal».

11 5 Così dunque, anche nel tempo presente è stato lasciato un residuo secondo l'elezione della grazia.

11 6 E se è per grazia, non è più per opere, altrimenti la grazia non sarebbe più grazia; ma se è per opere, non è più grazia, altrimenti l'opera non sarebbe più opera.

11 7 Che dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava, ma gli eletti l'hanno ottenuto, e gli altri sono stati induriti,

11 8 come sta scritto: «Dio ha dato loro uno spirito di stordimento, occhi per non vedere e orecchi per non udire».

11 9 E Davide dice: «La loro mensa di venti per loro un laccio, una trappola, un intoppo e una retribuzione.

11 10 Siano oscurati i loro occhi da non vedere, e piega loro la schiena del continuo».

11 11 Io dico dunque: Hanno inciampato perché cadessero? Così non sia; ma per la loro caduta la salvezza è giunta ai gentili per provocarli a gelosia.

11 12 Ora, se la loro caduta è la ricchezza del mondo e la loro diminuzione la ricchezza dei gentili, quanto più lo sarà la loro pienezza?

11 13 Infatti io parlo a voi gentili, in quanto sono apostolo dei gentili; io onoro il mio ministero,

11 14 per provare se in qualche maniera posso provocare a gelosia quelli della mia carne e salvarne alcuni.

11 15 Infatti, se il loro rigetto è la riconciliazione del mondo, che sarà la loro riammissione, se non la vita dai morti?

11 16 Ora, se le primizie sono sante, anche la massa è santa; e se la radice è santa, anche i rami sono santi.

11 17 E se pure alcuni rami sono stati troncati, e tu che sei olivastro sei stato innestato al loro posto e fatto partecipe della radice e della grassezza dell'olivo,

11 18 non vantarti contro i rami, ma se ti vanti contro di loro ricordati che non sei tu a portare la radice, ma è la radice che porta te.

11 19 Forse dunque dirai: «I rami sono stati troncati, affinché io fossi innestato».

11 20 Bene; essi sono stati troncati per l'incredulità e tu stai ritto per la fede; non insuperbirti, ma temi.

11 21 Se Dio infatti non ha risparmiato i rami naturali, guarda che talora non risparmi neanche te.

11 22 Vedi dunque la bontà e la severità di Dio: la severità su quelli che sono caduti, e la bontà verso di te, se pure perseveri nella bontà, altrimenti anche tu sarai reciso.

11 23 E anche essi, se non perseverano nell'incredulità, saranno innestati, perché Dio è potente da innestarli di nuovo.

11 24 Infatti, se tu sei stato tagliato dall'olivo per natura selvatico e innestato contro natura nell'olivo domestico, quanto più costoro, che sono rami naturali, saranno innestati nel proprio olivo.

11 25 Perché non voglio, fratelli, che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi in voi stessi, che ad Israele è avvenuto un indurimento parziale finché sarà entrata la pienezza dei gentili,

11 26 e così tutto Israele sarà salvato come sta scritto: «Il liberatore verrà da Sion, e rimuoverà l'empietà da Giacobbe.

11 27 E questo sarà il mio patto con loro quando io avrò tolto via i loro peccati».

11 28 Quanto all'evangelo, essi sono nemici per causa vostra, ma quanto all'elezione, sono amati a causa dei padri

11 29 perché i doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento.

11 30 Come infatti pure voi una volta foste disubbidienti a Dio, ma ora avete ottenuta misericordia per la disubbidienza di costoro,

11 31 così anche costoro al presente sono stati disubbidienti affinché, per la misericordia a voi fatta, anch'essi ottengano misericordia.

11 32 Poiché Dio ha rinchiuso tutti nella disubbidienza, per far misericordia a tutti.

11 33 O profondità di ricchezze, di sapienza e di conoscenza di Dio! Quanto imperscrutabili sono i suoi giudizi e inesplorabili le sue vie!

11 34 «Chi infatti ha conosciuto la mente del Signore? O chi è stato suo consigliere?

11 35 O chi gli ha dato per primo, sì che ne abbia a ricevere la ricompensa?».

11 36 Poiché da lui, per mezzo di lui e in vista di lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen.

12 1 Vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio.

12 2 E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio.

12 3 Infatti, per la grazia che mi è stata data, dico a ciascuno che si trovi fra voi di non avere alcun concetto più alto di quello che conviene avere, ma di avere un concetto sobrio, secondo la misura della fede che Dio ha distribuito a ciascuno.

12 4 Infatti, come in uno stesso corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno la medesima funzione,

12 5 così noi, che siamo molti, siamo un medesimo corpo in Cristo, e ciascuno siamo membra l'uno dell'altro.

12 6 Ora, avendo noi doni differenti secondo la grazia che ci è stata data, se abbiamo profezia, profetizziamo secondo la proporzione della fede;

12 7 se di ministero, attendiamo al ministero; similmente il dottore attenda all'insegnamento;

12 8 e colui che esorta, attenda all'esortare; colui che distribuisce, lo faccia con semplicità; colui che presiede, presieda con diligenza; colui che fa opere di pietà le faccia con gioia.

12 9 L'amore sia senza ipocrisia, detestate il male e attenetevi fermamente al bene.

12 10 Nell'amore fraterno, amatevi teneramente gli uni gli altri nell'onore usate riguardo gli uni verso gli altri.

12 11 Non siate pigri nello zelo, siate ferventi nello spirito, servite il Signore

12 12 allegri nella speranza, costanti nell'afflizione, perseveranti nella preghiera;

12 13 provvedete ai bisogni dei santi, esercitate l'ospitalità.

12 14 Benedite quelli che vi perseguitano benedite e non maledite.

12 15 Rallegratevi con quelli che sono allegri, piangete con quelli che piangono.

12 16 Abbiate gli stessi pensieri gli uni verso gli altri; non aspirate alle cose alte, ma attenetevi alle umili; non siate savi da voi stessi.

12 17 Non rendete ad alcuno male per male, cercate di fare il bene davanti a tutti gli uomini.

12 18 Se è possibile e per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.

12 19 Non fate le vostre vendette, cari miei, ma lasciate posto all'ira di Dio, perché sta scritto: «A me la vendetta, io renderò la retribuzione, dice il Signore».

12 20 «Se dunque il tuo nemico ha fame dagli da mangiare, se ha sete dagli da bere; perché, facendo questo, radunerai dei carboni accesi sul suo capo»

12 21 Non essere vinto dal male, ma vinci il male con il bene.

13 1 Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori, poiché non c'è autorità se non da Dio, e le autorità che esistono sono istituite da Dio.

13 2 Perciò chi resiste all'autorità, resiste all'ordine di Dio; e quelli che vi resistono attireranno su di sé la condanna.

13 3 I magistrati infatti non sono da temere per le opere buone, ma per le malvagie; ora vuoi non temere l'autorità? Fa' ciò che è bene, e tu riceverai lode da essa,

13 4 perché il magistrato è ministro di Dio per te nel bene; ma se tu fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; poiché egli è ministro di Dio, un vendicatore con ira contro colui che fa il male.

13 5 Perciò è necessario essergli sottomessi, non solo per timore dell'ira ma anche per ragione di coscienza.

13 6 Infatti per questo motivo pagate anche i tributi, perché essi sono ministri di Dio, dediti continuamente a questo servizio.

13 7 Rendete dunque a ciascuno ciò che gli è dovuto: il tributo a chi dovete il tributo, l'imposta a chi dovete l'imposta, il timore a chi dovete il timore, l'onore a chi l'onore.

13 8 Non abbiate alcun debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri, perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge.

13 9 Infatti questi comandamenti: «Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare», e se vi è qualche altro comandamento, si riassumono tutti in questo: «Ama il tuo prossimo come te stesso».

13 10 L'amore non fa alcun male al prossimo; l'adempimento dunque della legge è l'amore.

13 11 E questo tanto più dobbiamo fare, conoscendo il tempo, perché è ormai ora che ci svegliamo dal sonno, poiché la salvezza ci è ora più vicina di quando credemmo.

13 12 La notte è avanzata e il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.

13 13 Camminiamo onestamente, come di giorno, non in gozzoviglie ed ebbrezze, non in immoralità e sensualità, non in contese ed invidie.

13 14 Ma siate rivestiti del Signor Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne le sue concupiscenze.

14 1 Or accogliete chi è debole nella fede, ma non per giudicare le sue opinioni.

14 2 L'uno crede di poter mangiare d'ogni cosa, mentre l'altro, che è debole, mangia solo legumi.

14 3 Colui che mangia non disprezzi colui che non mangia, e colui che non mangia non giudichi colui che mangia, poiché Dio lo ha accettato.

14 4 Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Stia egli in piedi o cada, ciò riguarda il suo proprio signore, ma sarà mantenuto saldo, perché Dio è capace di tenerlo in piedi.

14 5 L'uno stima un giorno più dell'altro, e l'altro stima tutti i giorni uguali; ciascuno sia pienamente convinto nella sua mente.

14 6 Chi ha riguardo al giorno, lo fa per il Signore; chi non ha alcun riguardo al giorno lo fa per il Signore; chi mangia lo fa per il Signore e rende grazie a Dio; e chi non mangia non mangia per il Signore e rende grazie a Dio.

14 7 Nessuno di noi infatti vive per se stesso, e neppure muore per se stesso,

14 8 perché, se pure viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore, dunque sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore.

14 9 Poiché a questo fine Cristo è morto, è risuscitato ed è tornato in vita: per signoreggiare sui morti e sui vivi.

14 10 Ora tu, perché giudichi il tuo fratello? O perché disprezzi il tuo fratello? Poiché tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo.

14 11 Sta infatti scritto: «Come io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me e ogni lingua darà gloria a Dio».

14 12 Così dunque ognuno di noi renderà conto di se stesso a Dio.

14 13 Perciò non giudichiamo più gli uni gli altri ma piuttosto giudicate questo: di non porre intoppo o scandalo al fratello.

14 14 Io so e sono persuaso nel Signore Gesù, che nessuna cosa è immonda in se stessa, ma chi stima qualche cosa immonda, per lui è immonda.

14 15 Ma se tuo fratello è contristato a motivo di un cibo, tu non cammini più secondo amore; non far perire col tuo cibo colui per il quale Cristo è morto.

14 16 Perciò quel che per voi è bene non diventi motivo di biasimo

14 17 poiché il regno di Dio non è mangiare e bere, ma giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.

14 18 Infatti chi serve Cristo in queste cose è gradito a Dio e approvato dagli uomini.

14 19 Perseguiamo dunque le cose che contribuiscono alla pace e alla edificazione reciproca.

14 20 Non distruggere l'opera di Dio per il cibo; certo, tutte le cose sono pure, ma è sbagliato quando uno mangia qualcosa che è occasione di peccato.

14 21 E' bene non mangiare carne, né bere vino, né fare cosa alcuna che porti tuo fratello a inciampare o ad essere scandalizzato o essere indebolito.

14 22 Hai tu fede? Tienila per te stesso davanti a Dio; beato chi non condanna se stesso in ciò che approva.

14 23 Ma colui che sta in dubbio, se mangia è condannato, perché non mangia con fede; or tutto ciò che non viene da fede è peccato.

15 1 Or noi, che siamo forti, dobbiamo sopportare le debolezze dei deboli e non compiacere a noi stessi.

15 2 Ciascuno di noi compiaccia al prossimo nel bene, per l'edificazione,

15 3 poiché anche Cristo non ha compiaciuto a se stesso, ma come sta scritto: «Gli oltraggi di coloro che ti oltraggiano sono caduti su di me».

15 4 Infatti tutte le cose che furono scritte in passato furono scritte per nostro ammaestramento, affinché mediante la perseveranza e la consolazione delle Scritture noi riteniamo la speranza.

15 5 Ora il Dio della pazienza e della consolazione vi dia di avere gli uni verso gli altri gli stessi pensieri, secondo Cristo Gesù,

15 6 affinché con una sola mente e una sola bocca glorifichiate Dio, che è Padre del nostro Signore Gesù Cristo.

15 7 Perciò accoglietevi gli uni gli altri come anche Cristo ci ha accolti per la gloria di Dio.

15 8 Or io dico che Gesù Cristo è diventato ministro dei circoncisi a difesa della verità di Dio, per confermare le promesse fatte ai padri,

15 9 ed ha accolto i gentili per la sua misericordia, affinché glorifichino Dio come sta scritto: «Per questo ti celebrerò fra le genti, e canterò le lodi del tuo nome».

15 10 E altrove la Scrittura dice: «Rallegratevi, o genti, col suo popolo».

15 11 E di nuovo «Lodate il Signore, tutte le genti; e lo celebrino i popoli tutti».

15 12 Ed ancora Isaia dice: «Spunterà un germoglio dalla radice di Iesse, e colui che sorgerà per reggere le genti; le nazioni spereranno in lui».

15 13 Ora il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nel credere, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo.

15 14 Ora, fratelli miei, io stesso sono persuaso a vostro riguardo, che anche voi siete pieni di bontà, ripieni d'ogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi gli uni gli altri.

15 15 Ma, fratelli, io vi ho scritto alquanto più arditamente, come per ricordarvi per la grazia che mi è stata data da Dio,

15 16 per essere ministro di Gesù Cristo presso i gentili, adoperandomi nel sacro servizio dell'evangelo di Dio, affinché l'offerta dei gentili sia accettevole, santificata dallo Spirito Santo.

15 17 Io ho dunque di che gloriarmi in Cristo Gesù nelle cose che riguardano Dio.

15 18 Infatti non ardirei dir cosa che Cristo non abbia operata per mezzo mio, per condurre all'ubbidienza i gentili con la parola e con l'opera,

15 19 con potenza di segni e di prodigi, con la potenza dello Spirito di Dio; così, da Gerusalemme e nei dintorni fino all'Illiria, ho compiuto il servizio dell'evangelo di Cristo,

15 20 avendo l'ambizione di evangelizzare là dove non era ancora stato nominato Cristo, per non edificare sul fondamento altrui.

15 21 Ma, come sta scritto: «Coloro ai quali non era stato annunziato nulla di lui vedranno, e coloro che non avevano udito parlare intenderanno».

15 22 Anche per questo motivo sono stato spesse volte impedito di venire da voi.

15 23 Ma ora, non avendo più luogo da evangelizzare in queste contrade, avendo da molti anni un grande desiderio di venire da voi,

15 24 quando andrò in Spagna, verrò da voi; passando, spero infatti di vedervi e di essere accompagnato da voi fin là, dopo aver goduto un poco della vostra compagnia.

15 25 Ma ora vado a Gerusalemme per sovvenire ai santi,

15 26 perché a quelli della Macedonia e dell'Acaia è piaciuto di fare contribuzione per i poveri che sono fra i santi in Gerusalemme.

15 27 Ora è piaciuto loro di far questo, perché sono ad essi debitori; se i gentili infatti hanno avuto parte dei loro beni spirituali, devono anche sovvenire loro nei beni materiali.

15 28 Dopo dunque aver compiuto questo ed aver consegnato loro questo frutto, andrò in Spagna, passando da voi.

15 29 Ma io so che, venendo da voi, verrò nella pienezza della benedizione dell'evangelo di Cristo.

15 30 Or vi esorto, fratelli, per il Signor nostro Gesù Cristo e per l'amore dello Spirito, a combattere con me presso Dio per me nelle vostre preghiere,

15 31 affinché io sia liberato dagli increduli che sono nella Giudea, perché il mio servizio per Gerusalemme sia accettevole ai santi,

15 32 affinché, se piace a Dio, io venga con gioia da voi e sia ricreato insieme a voi.

15 33 Ora il Dio della pace sia con tutti voi Amen.

16 1 Or io vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa che è in Cencrea,

16 2 affinché l'accogliate nel Signore, come si conviene ai santi, assistendola in qualunque cosa avrà bisogno di voi, perché ella ha prestato assistenza a molti e anche a me stesso.

16 3 Salutate Priscilla ed Aquila miei compagni d'opera in Cristo Gesù,

16 4 i quali hanno rischiato la loro testa per la mia vita; a loro non solo io, ma anche tutte le chiese dei gentili rendono grazie.

16 5 Salutate anche la chiesa che è in casa loro; salutate il mio caro Epeneto il quale è la primizia dell'Acaia in Cristo.

16 6 Salutate Maria, la quale si è molto affaticata per noi.

16 7 Salutate Andronico e Giunia, miei parenti e compagni di prigione, i quali sono segnalati fra gli apostoli, e anche sono stati in Cristo prima di me.

16 8 Salutate Amplia, mio diletto nel Signore.

16 9 Salutate Urbano, nostro compagno d'opera in Cristo, e il mio caro Stachi.

16 10 Salutate Apelle, che è approvato in Cristo. Salutate quelli della casa di Aristobulo.

16 11 Salutate Erodione, mio parente. Salutate quelli della casa di Narcisso che sono nel Signore.

16 12 Salutate Trifena e Trifosa, che si affaticano nel Signore. Salutate la cara Perside, che si è molto affaticata nel Signore.

16 13 Salutate Rufo, che è eletto nel Signore, e sua madre che è pure mia.

16 14 Salutate Asincrito, Flegonte, Erma Patroba, Erme e i fratelli che sono con loro.

16 15 Salutate Filologo, Giulia, Nereo e sua sorella Olimpa, e tutti i santi che sono con loro.

16 16 Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio; le chiese di Cristo vi salutano.

16 17 Or io vi esorto, fratelli, a guardarvi da quelli che fomentano le divisioni e gli scandali contro la dottrina che avete appreso, e ritiratevi da loro;

16 18 costoro infatti non servono il nostro Signore Gesù Cristo ma il proprio ventre, e con dolce e lusinghevole parlare seducono i cuori dei semplici.

16 19 La vostra ubbidienza infatti si è divulgata fra tutti; io mi rallegro quindi per voi; or io desidero che siate savi nel bene e semplici nel male.

16 20 Ora il Dio della pace schiaccerà presto Satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi. Amen.

16 21 Timoteo, mio compagno d'opera, Lucio, Giasone e Sosipatro, miei parenti, vi salutano.

16 22 Io, Terzio, che ho scritto questa epistola, vi saluto nel Signore.

16 23 Gaio, che ospita me e tutta la chiesa, vi saluta. Erasto, il tesoriere della città e il fratello Quarto vi salutano.

16 24 La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen.

16 25 Or a colui che vi può raffermare secondo il mio evangelo e la predicazione di Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero celato per molti secoli addietro,

16 26 e ora manifestato e rivelato fra tutte le genti mediante le Scritture profetiche, secondo il comandamento dell'eterno Dio, per indurli all'ubbidienza della fede.

16 27 a Dio, unico sapiente, sia la gloria in eterno, per mezzo di Gesù Cristo. Amen.